È ancora irrisolto il giallo di Kata, la bimba di 5 anni scomparsa il 10 giugno scorso dall’ex hotel Astor di Firenze. Gli inquirenti indagano sull’ipotesi di un sequestro a scopo di estorsione, ma la famiglia della piccola ritiene impossibile che il rapimento sia legato a una questione economica o a una vendetta: “Non abbiamo debiti con nessuno, abbiamo detto tutto quello che sappiamo“, ha ribadito la madre della bambina, Katherine Alvarez, nelle sue numerose interviste.
Ospite di Quarto Grado il 20 ottobre scorso, la donna è tornata sulla vicenda e ha rilanciato un appello ai rapitori, convinta che la figlia sia viva e che si debbano esplorare piste alternative a quella familiare. Oggi è rimasta sola perché suo marito è nuovamente in carcere, ma non intende arrendersi: “Non mi fermo, sono pià forte, andrò avanti e chiedo che indaghino oltre la nostra famiglia“. L’avvocato di Katherine Alvarez, Sharon Matteoni, ha dichiarato alla trasmissione di Gianluigi Nuzzi di essere in costante contatto con gli investigatori e, soprattutto, che la mamma di Kata fornisce frequenti informazioni alla Procura in particolare per ciò che riguarda i suoi sospetti. Katherine Alvarez avrebbe quindi un’idea di chi possa aver portato via la sua bimba, e spera che le ricerche si concentrino anche oltre l’ex albergo. A suo dire, la verità sul mistero della scomparsa potrebbe celarsi nelle aree circostanti la struttura.
La madre di Kata: “Nostra famiglia estranea, abbiamo saputo cose che fanno pensare a una pista alternativa”
Katherine Alvarez porta avanti una difficile battaglia per la verità dal 10 giugno scorso, da quando la sua bimba, Kata, è scomparsa misteriosamente per non fare più ritorno a casa. Chi ha rapito la bambina peruviana dall’ex hotel Astor di Firenze in cui viveva con la famiglia? Secondo la madre della minore, la verità va cercata “dentro e anche fuori” dalla struttura: “È possibile che mia figlia sia stata portata via dalla parte della strada in cui non ci sono telecamere. La nostra famiglia non c’entra, non abbiamo debiti con nessuno, abbiamo sempre detto quello che sappiamo. Se sospettassi di mio marito o di mio fratello, lo direi. Ma so che nessuno di noi è coinvolto“.
La madre di Kata continua a difendere la famiglia a spada tratta e rigetta l’ipotesi di un coinvolgimento dei parenti nella sparizione della piccola. A Quarto Grado, la donna ha aggiunto una rivelazione pur senza entrare nel dettaglio per evitare di compromettere una eventuale svolta: “Abbiamo saputo tante cose che forse voi non sapete, cose che fanno pensare che loro (gli inquirenti, ndr) devono andare a indagare su un’altra pista e non ancora sulla nostra famiglia. Purtroppo non posso dire altro, ma la Procura di Firenze sa bene tutto quello che ho fornito e che fornisco anche ora“.