La madre di Kata continua a credere che la sua bimba, 5 anni, sia viva e che qualcuno la trattenga dopo la scomparsa avvenuta il 10 giugno scorso. Le tracce della minore si sono perse nell’ex hotel Astor di Firenze dove viveva con la donna, mentre era affidata allo zio materno, Abel, oggi arrestato con l’ipotesi di un coinvolgimento nel racket di affitti che avrebbe alimentato un giro di estorsioni nella struttura occupata abusivamente da decine di famiglie (poi sgomberata dopo la sparizione della bambina).



La mamma ritiene che suo fratello sia estraneo alla scomparsa e lo difende a spada tratta, avanzando anche una richiesta alle forze dell’ordine attraverso i microfoni di Zona Bianca: “La polizia ci dica perché pensa che ci sia un legame tra il racket degli affitti e la sparizione di mia figlia“. I genitori di Kata si sono detti da subito certi che la figlia sia stata rapita, ma la madre insinua un altro sospetto nelle trame del giallo: a suo dire, la piccola non si sarebbe mai allontanata con uno sconosciuto e questo apre all’ipotesi che sia stata prelevata da qualcuno che conosceva. “Cosa farei se dovessi scoprire che mio fratello è coinvolto? Mi dispiacerebbe per lui, perchè in quel caso dovrà pagare. Ma io lo conosco bene e non ho motivi per dubitare di lui“.



Kata, attesa per l’interrogatorio dello zio materno arrestato per il presunto racket degli affitti

Nelle prossime ore, lo zio di Kata sarà sentito dai pm che indagano sulla scomparsa della bambina a Firenze e potrebbe fornire nuovi elementi alle indagini. L’uomo, da sempre dichiaratosi estraneo alla sparizione della nipote e convinto che qualcuno l’abbia rapita, avrebbe chiesto di parlare con i magistrati ma non è ancora chiaro quale sia il contenuto di ciò che intenderebbe riferire. Pochi giorni fa, Abel è stato arrestato con tre connazionali nell’ambito dell’inchiesta parallela sul presunto racket degli affitti che si sarebbe alimentato all’interno dell’ex hotel Astor fino alla scomparsa della bimba.



La famiglia continua a puntare il dito contro le istituzioni sostenendo di essere stata “abbandonata” nella sua disperata ricerca della verità, dopo essersi rivolta anche al governo e a Giorgia Meloni perché il caso di Kata diventasse “virale in tutta Europa”. La madre della piccola ha chiesto pubblicamente alle forze dell’ordine di avere notizie sull’evoluzione delle indagini, ma l’attività investigativa, per la complessità e delicatezza della vicenda, è più che mai stretta sotto una fitta coltre di riserbo. Al momento non si sa se gli inquirenti abbiano in mano spunti nell’ottica di una potenziale svolta. Per le cronache una sola certezza: da quando è scomparsa, Kata e la sua sorte sono come avvolte in un mistero che non smette di nutrire angoscia e apprensione.