Il giallo della piccola Kata, la bimba scomparsa dall’ex hotel Astor di Firenze, è iniziato il 1o giugno scorso e non ha ancora soluzione. Trascorsi ormai 7 mesi dalla misteriosa sparizione della minore, non c’è una svolta ma un flebile spiraglio di speranza sembra trasparire dalla recente novità riportata da Quarto Grado: i carabinieri del capoluogo toscano avrebbero convocato la madre di Kata poche ore fa per mostrarle una foto, scattata il 4 gennaio, nella quale si vedrebbe una bambina somigliante a lei a bordo di un autobus.
La mamma di Kata avrebbe riscontrato dei tratti simili, soprattutto occhi e naso, sebbene non voglia illudersi o sbilanciarsi. Si tratta di uno scatto che riaccende comunque la speranza nei familiari della bimba. Gli inquirenti, secondo quanto ricostruito dalla trasmissione di Gianluigi Nuzzi, starebbero indagando per capire se quel mezzo sia dotato di telecamere per poter eventualmente acquisire le immagini e analizzarle in modo approfondito così da chiarire se si tratti effettivamente della minore scomparsa.
Il giallo di Kata e la pista della ritorsione: “rapita per vendicare abuso su un’altra bimba”
Nel mistero che avvolge la scomparsa di Kata non si esclude alcuna pista, compresa quella di una ritorsione nei confronti della famiglia o di qualcuno comunque vicino alla minore. L’ultimo scenario al vaglio degli inquirenti riguarderebbe, secondo Repubblica, l’ipotesi di una “vendetta trasversale” per un abuso sessuale subito da un’altra bimba che, come Kata, viveva dentro la struttura dell’ex Astor.
Al momento non ci sarebbero riscontri e si tratterebbe di un quadro investigativo tracciato attraverso il racconto di alcuni presunti testimoni. Al vaglio, riporta Ansa, sarebbe in particolare la posizione di un soggetto vicino a Kata e indicato quale presunto autore della violenza subita dall’altra bimba. Questa pista di indagine si affianca a quella che vedrebbe nel sequestro della minore una possibile vendetta maturata in un tessuto di tensioni legate al “racket degli affitti” per la gestione abusiva delle stanze dell’ex albergo.