Katalin Karikò chi è la scienziata ungherese: dalla ricerca al premio Nobel

Katalin Karikò sarà ospite nel salotto di Che tempo che fa, talk show condotto da Fabio Fazio per parlare della sua incredibile carriera scientifica. Karikò è nata il 17 gennaio 1955 in Ungheria e si è specializzata in meccanismi mediati dall’acido ribonucleico. Nel 2023 ha ricevuto il premio Nobel per la fisiologia e la medicina



La scienziata ha dedicato 20 anni della sua carriera alla ricerca nell’Università della Pennsylvania dove, dopo alcuni anni di insegnamento, è stata retrocessa con un taglio significativo dei fondi: “No, non mi aspettavo alcun tipo di premio. Per molti decenni non ho mai ricevuto nulla. Ero molto felice di fare questo lavoro. Ricevere una lettera da una casa di riposo di New York in cui si festeggiava il fatto che, grazie al vaccino, nessuno è morto quando ha contratto l’infezione… per me questi sono i veri premi. Ero a conoscenza del Breakthrough Prize, che è molto famoso. Ma, sapete, non avevo mai pensato a nessun tipo di premio. Quindi è stata una sorpresa molto, molto piacevole” ha dichiarato la scienziata in merito al Nobel, in un’intervista rilasciata a Scientific American.



Katalin Karikò e lo sviluppo dei vaccini Pfizer e Moderna contro il Covid-19

Katalin Karikò ha sviluppato la tecnologia basata sull’RNA messaggero con la quale ha creato i vaccini più efficaci contro il Covid-19. E’ stata la scienziata a combattere per prima la pandemia tramite i risultati della sua ricerca: “Dal 2018 lavoravamo con Pfizer per sviluppare un vaccino contro l’influenza. Ed eravamo già pronti ad avviare una sperimentazione clinica. Ma passare al COVID è stata solo una questione tecnica. Quindi era già pronto” ha dichiarato la scienziata a Scientific American.



E ancora: “Se la pandemia fosse avvenuta 20 anni fa, avremmo dovuto avere fisicamente tra le mani un pezzo del virus. Quindi ci sarebbe stato un grande ritardo. Ma la sintesi genica commerciale è iniziata circa 20 anni fa. Ora è possibile ordinare un gene. Si ordina il DNA, lo si inserisce in una molecola di DNA [tipicamente circolare, chiamata plasmide] e poi si produce l’RNA. Ma realizzare la nanoparticella per veicolare l’mRNA è piuttosto impegnativo.”