L’annuncio di Kate Middleton, che ha ammesso di avere un tumore, ha sconvolto il mondo. La Principessa del Galles nonché futura regina, tuttavia, non è l’unica a stare combattendo questa battaglia. “L’aumento dei tumori fra i giovani è un fenomeno che purtroppo stiamo osserviamo da tempo”, ha commentato Francesco Cognetti, presidente della Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi (Foce), in una intervista al Messaggero.
I dati rivelano che i morti al di sotto dei 50 anni per questa causa negli ultimi decenni sono stati almeno un milione, con un incremento del 28%. La prevenzione in tal senso è fondamentale. Senza un intervento immediato, spesso, al momento della diagnosi non è più possibile intervenire in modo efficace. “Ecco perché abbiamo sviluppato programmi di educazione e informazione rivolti a giovani e adolescenti”. Anche se spiegare il motivo di questo fenomeno non è semplice. “Per il momento, si possono fare solo delle congetture. Di sicuro, quello che è cambiato in questi anni sono gli stili di vita”, ha sottolineato.
“Kate Middleton non è l’unica, tanti tumori tra giovani”. L’analisi del fenomeno del dottor Cognetti
I fattori di rischio per l’insorgenza di tumori, anche tra i giovani, sono diversi. “Soprattutto di recente è diffuso il problema del sovrappeso, dell’obesità, della vita lavorativa più sedentaria, della mancanza di attività fisica, delle diete meno bilanciate, con prodotti cioè confezionati e ricchi di zucchero. Non dimentichiamo che anche l’uso anomalo di antibiotici può avere lo stesso effetto negativo. Ci sono poi il fumo di sigaretta e il consumo di alcol”, ha elencato il dottor Francesco Cognetti.
Anche le condizioni genetiche o familiari ereditarie però hanno un peso importante. “Nei giovani costituiscono una fetta importante dei tumori: normalmente, costituiscono il 5-10 per cento di alcuni tumori fra i più frequenti, e in questo caso si manifestano in età più precoce”. Da qui l’importanza degli screening. “Nella maggior parte dei casi il tumore nella fase iniziale è asintomatico. E in quel caso si può intervenire con maggiore successo”, ha concluso.