Intuito, talento e capacità fuori dal comune: tutto su Katherine Johnson il ‘computer umano’ statunitense

Katherine Johnson ha ricoperto un ruolo fondamentale nelle missioni spaziali Usa, con un contributo importantissimo che purtroppo è stato riconosciuto solo recentemente. Tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, la celebre matematica contribuì all’invio dei primi astronauti americani nello spazio, con un lavoro mastodontico in termini di capacità di calcolo e intelligenza al servizio del suo paese. Classe 1918, approda nel 52 al (Naca), il laboratorio di Langley, dove sostanzialmente lavora come un “computer umano”.



Così veniva simpaticamente definita all’epoca, un modo per elogiare le sue capacità di calcolo manuale e la gestione di operazioni molto complesse. Non passò molto tempo affinché diventasse responsabile dei calcoli per i futuri voli spaziali americani. Nel 1960 Katherine Johnson conquista un record personale che passerà alla storia: è infatti la prima donna a condurre un rapporto di ricerca alla Nasa.



Katherine Johnson, c’è il suo sapere dietro la missione spaziale di Alan Shepard

Dunque, sarà Katherine Johnson a svolgere il lavoro di analisi per Alan Shepard, il primo americano ad andare nello spazio. John Glenn, nel 1962 vorrà la Johnson al suo fianco per il controllo manuale degli elementi del suo volo spaziale, non fidandosi dei computer dell’epoca. Nella missione Apollo 11 la celebre matematica eseguì un calcolo perfetto le traiettorie tra il modulo lunare il modulo di controllo prima del ritorno sulla Terra, firmando il più grande successo della sua carriera.

Nel 1986 lascia la Nasa, nel frattempo incassa riconoscimenti onorari importantissimi, tra cui quello consegnatole da Barack Obama con la Medaglia presidenziale della Libertà, la più alta onorificenza conferita ad una civile negli Stati Uniti. La Nasa le dedica invece un importante centro di ricerca informatica a Hampton, mentre dal Congresso degli Stati Uniti arriva il più alto riconoscimento con la medaglia d’oro, nel 2019, circa un anno prima della della sua morte. Molti sostengono che Katherine Johnson sia stata acclamata tardivamente dagli addetti ai lavori e dall’opinione pubblica, in realtà già all’epoca era portata sul palmo di una mano dai suoi “sostenitori”.