Katia Ricciarelli protagonista del pomeriggio di Domenica In in collegamento dalla sua casa. Anche lei, come tutti gli italiani, si trova attualmente in isolamento, un isolamento che si è auto imposta già dal 14 febbraio: “sto bene – dice la diva a Mara Venier – ho tante cose da fare, faccio tante pulizie. Prima le sapevo fare – spiega la Ricciarelli – ma non avevo tempo. L’unica cosa che non faccio – precisa – è stirare […] Sono da sola, con Ciuffy, il cagnolino”. La presenza del suo piccolo amico a quattro zampe le ha dato una mano a superare la morte di un’altra preziosa cagnetta: “Doroty è sepolta qui in giardino – spiega la diva – non la supererò mai. Ciuffy è molto affettuoso, ci voleva, in un periodo così avere la compagnia di un cagnolino penso che sia essenziale”. Katia Ricciarelli spiega di evitare ogni contatto con l’esterno, delegando ad altri anche il momento della spesa: “Ho una carissima amica che quando va mi allunga le cose alla porta e se ne va. Non sono mai uscita, sai cosa faccio? – dice la cantante – Qui alla mia destra c’è la passeggiata, al lungolago, alle 6 del mattino faccio la passeggiata con il mio cane, 200 metri e torno a casa, non c’è anima viva”. (Agg. di Fabiola Iuliano)



“LA COSA BRUTTA? NON SAPERE COSA C’È FUORI”

Quasi due mesi chiusa in casa e Katia Ricciarelli non ha persole buone abitudini. La cantante infatti è solita alzarsi verso le sei, poi fare un’uscita con Ciuffi, il suo cagnolino, fare un giretto in giardino e infine rientrare in casa. “La cosa brutta è che non sai cosa c’è fuori dalla tua porta”, dice a Il Giorno, “mi chiedo: dov’è il mio nemico?”. La soprano si sta preparando inoltre ad un grande evento: ritornerà a cantare in occasione della prossima stagione dell’Arena di Verona. “Sarò Mamma Lucia nella Cavalleria Rusticana di Mascagni”, specifica, “ora resto a casa pazientemente, come tutti voi”. Oggi, 5 aprile 2020, Katia Ricciarelli sarà ospite in collegamento di Domenica In e racconterà come sta vivendo questo periodo di reclusione forzata. “Ogni mattina guardo le notizie molto presto, mi riposo, leggo, ascolto tanta musica”, rivela, “faccio qualche telefonata e recentemente ho ripreso a studiare al pianoforte”. Poi cucina e non manca di fare qualche coccola al suo Ciuffi. Come tanti altri lavoratori, la Ricciarelli ha inoltre dovuto annullare degli importanti impegni. “Molti eventi culturali vanno via streaming ma è importante, oggi più che mai”, evidenzia, “sapere che nonostante la pandemia la cultura e l’arte non si fermano, sono la forza del nostro Paese. Quando sarà tutto finito noi saremo pronti“. La cantante ha però anche delle preoccupazioni: la sorella ottantenne Anna non sta bene e il marito non riesce più a prendersi cura di lei senza un sostegno. “Non sappiamo cosa fare”, confessa, “e non posso raggiungerli, vederla”. Pensando al passato, Katia ricorda invece i maestri che l’hanno guidata e che hanno avuto un peso nella sua carriera: da Riccardo Muti e Carlos Kleiber e da Claudio Abbado a Herbert von Karajan. Di quest’ultimo ricorda in particolare gli occhi: magnetici e azzurri. Di Kleiber invece adorava lo spirito bambino. “Di Abbado conservo solo bellissimi ricordi”, aggiunge, “abbiamo lavorato insieme tante volte, il suo gesto era straordinario, faceva capire tutto; era pignolo, esigente, non potevi tenere una nota più lunga. Muti aveva il suo caratterino con il passare del tempo è diventato più malleabile, ironico”.



IL RUOLO DI DESDEMONA NEL CUORE

Ci sono dei ruoli che Katia Ricciarelli conserva nel cuore. Come Desdemona, la co-protagonista del film Otello diretto da Franco Zeffirelli. La soprano tra l’altro è stata l’ultima a rivestire quei panni con Mario Del Monaco e la prima invece ad interpretare Desdemona con Placido Domingo. Dei suoi partner di spettacolo, oltre a José Carreras e Domingo, Katia ha speso belle parole anche per Luciano Pavarotti, parlando con Il Giorno: “Era divertente, simpatico, Domingo professionale. José Carreras, nonostante fossimo fidanzati, in scena pensava solo al lavoro, ma è giusto che sia così”. Il suo legame con Milano è iniziato invece negli anni Sessanta: la Ricciarelli aveva appena vinto il concorso Aslico e alla fine del decennio ha debuttato a Mantova, nei panni di Mimì nella Bohème. “Una città straordinaria“, afferma, “tutti dovrebbero prenderne ispirazione, è sempre stata d’avanguardia, oggi lo è più che mai, le nuove architetture l’hanno resa affascinante. Mi piace anche la gente che popola Milano attiva, ama lavorare si fanno i fatti propri, questa è una gran virtù“. Parlando d’amore, oggi di sicuro nel cuore della soprano c’è il cagnolino Ciuffi. Ha amato gli animali fin da bambina e portava sempre a casa i cuccioli che trovava per strada, anche se la madre si lamentava sempre. “Sembra un luogo comune”, sottolinea, “ma è proprio vero che l’amore che ricevi dagli animali è così intenso che supera quello degli uomini”.