Katia Tarasconi è stata eletta sindaco di Piacenza dopo i risultati del ballottaggio di ieri, Per l’occasione il quotidiano il Corriere della Sera ha riproposto un’intervista che era stata rilasciata dalla stessa neo prima cittadina in merito alla scomparsa del figlio Kristopher, diciassettenne deceduto lo scorso mese di settembre, mentre si trovava alla guida di un motorino, travolto da un tram a Roma (dove era per un weekend con amici). Katia Tarasconi, nella chiacchierata con il giornale di via Solferino, aveva ripercorso gli ultimi drammatici momenti prima del decesso del figlio, a cominciare dallo scambio di messaggi avvenuto poco prima dell’indicente: «La sera verso le undici e trenta, mezzanotte, mi chiedo perché non si sia più fatto sentire e inizio a cercarlo. Gli mando dieci messaggi. Guarda. All’una e ventidue gli ho scritto: «Per favore mi chiami».



«Un minuto dopo: «Mi stai facendo impazzire». All’una e trenta l’ho pregato: «Chiama a qualsiasi orario, ma chiama». Alle due inizio a telefonare. Telefonavo e buttavo giù. Suonava, suonava, suonava, suonava. Sempre a vuoto. Ho continuato tutta la notte a chiamarlo, poi alle tre mi sono addormentata. La mattina mi sono alzata alle sei e trenta, ho ricominciato a cercarlo. Sono andata dal parrucchiere perché avevo un matrimonio. Sono entrata nel negozio e ho detto: «C’è qualcosa che non va, è successo qualcosa». La parrucchiera che mi conosce da anni mi ha rassicurato: «Ma no, sono ragazzi, doveva vedere la sua fidanzata vedrai che…». L’ho interrotta: «No, no. Mio figlio non sarebbe mai andato a letto senza chiamarmi». Non era da lui, mi avrebbe telefonato dicendo «scusami» anche alle quattro del mattino. Io sentivo che qualcosa era accaduto, però vuoi, devi, pensare che ti stai sbagliando. A quel punto è suonato il telefono ed era la mia vicina di casa che è nei vigili urbani e io le ho detto che non volevo parlarle. Perché sapevo già. Dentro, sapevo già».
Katia Tarasconi, il figlio morto in incidente a settembre: “non mi hanno dato nessuna spiegazione”



KATIA TARASCONI, LA MORTE DEL FIGLIO A SETTEMBRE: “TUTTO INCOMPRENSIBILE”

Katia Tarasconi si era quindi recata in fretta e furia a Roma anche per capire cosa fosse successo: «Kri e i suoi amici hanno affittato questo maledetto motorino e lui non mi ha chiamato per chiedermelo, perché sapeva che gli avrei detto di no. Erano in quattro su due scooter. Sulla Prenestina, non c’è nulla che divida la corsia da quella dei tram, anche io avrei potuto sbagliare. Però la cosa pazzesca è che, ad un certo punto, lui ha accostato e ha chiesto a un passante dove fosse il Pigneto. Gli hanno detto di girare a destra. Sono ripartiti e in una frazione di secondo lui, da destra dov’era, si è spostato esattamente dall’altra parte e ha preso il tram dritto in faccia. Kri sapeva guidare, perché aveva la Vespa da quando aveva quattordici anni».



«È incomprensibile – ricordava ancora Katia Tarasconi, neo sindaco di Piacenza – ci sono le telecamere, ma non mi hanno dato nessuna spiegazione, non so niente. Io credo che sia morto sul colpo perché, da come l’ho visto, secondo me l’impatto è stato tale per cui, quando sono arrivati i soccorsi, mio figlio era già morto. Non lo so, voglio sperare che sia così. Per me ormai vale poco, ma vorrei che qualcosa del genere non succedesse mai ad altri ragazzi». Katia Tarasconi non ha mai sognato fino ad oggi il figlio deceduto: «Tutte le sere mi addormento dicendo: “Kri ti prego vienimi a trovare, fatti vedere” – raccontava ancora al Corriere della Sera – ma non è successo ancora. Però parlando con un’altra mamma che ha perso il figlio prima di me, una sera le ho detto: “Ma tu l’hai sognato?”. Lei mi ha risposto: “No mai”. Il giorno dopo mi ha scritto di esserci riuscita, di averlo sognato. Arriverà quel giorno, anche per me».