Katia Villirillo, la sua storia oggi a Sopravvissute

Al centro della puntata di Sopravvissute in onda nella seconda serata di oggi 24 marzo e condotta su Rai 3 da Matilde D’Errico, ci sarà spazio anche per la storia di Katia Villirillo, mamma coraggio. Nella sua Crotone la donna fonda Libere Donne, associazione pensata per dare una mano alle donne vittime di violenza e prostituzione. Una scelta, questa, che pagherà a caro prezzo, esattamente con la vita di uno dei suoi tre figli, Giuseppe Parretta, primogenito all’epoca dei fatti – il 13 gennaio 2018 – appena 18enne. Il giovane si trovava nella sede dell’associazione della madre quando il pluripregiudicato Salvatore Gerace lo uccise a colpi di pistola senza alcuna pietà.



Un delitto cruento, avvenuto proprio a causa dell’impegno della madre Katia Virrillo ma che però ” dava fastidio alla piazza di spaccio del Gerace”, come ricordò anche in aula la donna, nel corso dei processi. “Mio figlio Giuseppe Parretta ha pagato con la vita, cadendo vittima di una vera e propria esecuzione davanti a me, a sua sorella e al suo fratello minore”, ha ricordato Katia Villirillo nel corso di una sua intervista all’agenzia di stampa Dire. La donna non ha mai smesso di ricordare il gesto eroico compiuto dal figlio Giuseppe Parretta in difesa della madre e del suo grande impegno. “Mi hanno condannato all’ergastolo, sopravvivo alla sua assenza solo per avere giustizia e per non rendere vano il suo coraggio: continuerò a salvare le donne”, aveva proseguito Katia Villirillo, spiegando di voler sopravvivere solo per avere giustizia.



Giuseppe Parretta, il figlio 18enne di Katia Villirillo ucciso: la condanna a Gerace

Nel luglio del 2018 prese il via davanti alla corte d’Assise di Catanzaro il processo a carico di Salvatore Gerace, il 56enne accusato di avere ucciso a colpi di pistola Giuseppe Parretta di appena 18 anni, figlio di Katia Villirillo, all’interno della sede dell’associazione Libere Donne. “Mi aspetto giustizia e non vendetta, mi aspetto regole di vita che valgano non solo per Gerace ma per tutti gli altri, mi aspetto umanità e una giustizia che si metta a fianco delle famiglie che subiscono un dolore così grande”, aveva detto Katia Villirillo alla vigilia del primo grado. In quella occasione aveva definito l’uccisione del figlio Giuseppe Parretta un “omicidio gratuito” e soprattutto “inflitto senza alcun motivo alla famiglia, alla fidanzata, agli amici, a tante persone che piangono e soffrono”.



Nel dicembre del 2019 Gerace fu condannato all’ergastolo. La Corte contestò l’aggravante della premeditazione. Per l’accusa l’uomo era “infastidito” dal via vai continuo di donne che avrebbero disturbato i suoi traffici illegali. “Giustizia è fatta. Domani Giuseppe Parretta avrebbe compiuto 20 anni e questo è il mio regalo per lui”, commentò la madre dopo la condanna.