Il più grande scandalo “sexgate” politico americano dai tempi di Bill Clinton e Monica Lewinsky o più in tempi nostri le accuse della pornostar Stormy Daniels al Presidente Donald Trump: trattasi di Katie Hill, la deputata del Partito Democratico Usa copresidente del Caucus dei Parlamentari Lgbt, che si è dimessa dopo lo scandalo scoppiato per un “ménage a trois” con la sua assistente parlamentare e il marito. In un video apparso sulla rete la 32enne nei giorni scorsi è apparsa nuda mentre spazzola i capelli della sua amante o ancora peggio mentre fuma sempre svestita non si capisce bene se hashish, tabacco o marijuana; tanto basta per la deputata dem per far esplodere lo scandalo, con la richiesta immediata di dimissioni anche per aver violato una legge recente del 2018 la quale vieta rapporti intimi tra parlamentari e componenti del loro staff. Quella norma venne introdotta sulla scia dello scandalo mondiale del MeToo e la stessa Katie Hill fu una delle più ferventi sostenitrici assieme al gruppo di deputati e senatori Usa appartenenti al mondo dei diritti Lgbt: ora però lo scandalo la travolge a sua volta, con le immagini che la ritraggono assieme al marito Kenny Heslep e all’assistente parlamentare Morgan Desjardins che hanno portato alla decisione di queste ultime ore di rimettere il mandato da membro del Congresso. Ieri Katie Hill ha annunciato le dimissioni con un video di tre minuti in cui accusa l’ex marito Kenny Heslep di aver diffuso le immagini che le hanno stroncato la carriera politica.



AL POSTO DI KATIE HILL L’ACCUSATORE DI RENZI NEL RUSSIAGATE

Mentre le accuse riportano di presunte orge con l’assistente e l’ex marito (il quale ha effettivamente postato quelle immagini su diversi siti pornografici), la Hill ha poi spiegato di non aver mai avuto rapporti sessuali con il suo giovane consigliere, di essere sempre stata bisessuale (e non lo ha mai nascosto, anche per questo è divenuta presidente del Caucus Lgbt) bensì di essere vittima ora di una «una campagna condotta dai media della destra e strumentalizzata dai miei avversari repubblicani». Sta di fatto che la “morsa” de MeToo si è “rivoltata” contro la deputata, scaricata anche dalla speaker della Camera anche lei dem, Nancy Pelosi «Ha ammesso di aver commesso errori di giudizio che rendono per lei insostenibile la continuazione del suo mandato parlamentare. Dobbiamo garantire un clima di integrità e di dignità nel Congresso e in tutti i luoghi di lavoro». Nel frattempo, notizia nella notizia, candidato ad entrare al posto di Katie Hill come deputato in Congresso è nientemeno che George Papadopoulos, ex consigliere della campagna di Trump dichiaratosi colpevole nel 2017 per avere mentito all’Fbi circa i suoi contatti con persone legate alla Russia durante la campagna elettorale del 2016. Dopo l’annuncio delle dimissioni della Hill, uno dei protagonisti del Russiagate ha annunciato la corsa per il Congresso in California. In Italia di recente è apparso sulle principali cronache politiche per essere l’accusatore di Matteo Renzi circa il “complotto” ordito da alcuni leader dem europei assieme ad Obama contro Donald Trump durante la campagna presidenziale Usa del 2016. Sarebbe sempre Papadopoulos ad aver incontrato il misterioso professor Mifsud, definendo Roma il vero «epicentro della cospirazione» anti Trump circa il Russiagate; queste ultime vicende sono giunte alle cronache nazionali dopo la missione “segreta” del Ministro della Giustizia Usa Barr presso i servizi segreti italiani proprio per chiedere conto di quelle accuse lanciate da Papadopoulos contro Renzi e gli allora vertici degli 007 italiani. Il Premier Conte pochi giorni al Copasir ha dovuto spiegare nel merito perché abbia permesso tali incontri a Roma lo scorso settembre e perché né il Governo né il Colle ne era a conoscenza.

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