Tutti, giustamente, sono consapevoli del rischio nucleare. La paura della guerra atomica aleggia in tutto il mondo, tranne che a Kuchek (poi vi dirò il perché).
Eppure non tutti sanno che la vodka, in questi anni, ha lasciato più conseguenze che l’esplosione di Chernobyl. Più uomini, ma anche donne, ridotti alla condizione di zombie, che poi, a poco a poco, muoiono del tutto. Per cui, amico, se per il tuo compleanno un tuo presunto amico russo te ne regala una cassa, non è detto che ti sia proprio amico…
Certo, la vodka è considerata da alcuni come un elemento culturale comune, non solo tra russi e ucraini, ma anche fra molti altri popoli slavi, che ne apprezzano molto anche i derivati e le imitazioni. Non è detto però che tutti i fattori che ci accumunano siano per forza tutti positivi. L’alcool in forti dosi può servire a sterminare i popoli, come è successo al whisky propinato dai bianchi ai pellerossa. Così anche la vodka può diventare il nuovo “oppio dei popoli” in sostituzione della religione.
Non tutti sanno che uno degli errori storici di Gorbaciov fu nel fatto che, organizzando una campagna di per sé giusta contro l’alcolismo, fece distruggere migliaia di viti con cui il vino avrebbe potuto sostituire la vodka. I tedeschi della Kirghizia ripensano ancora oggi allo scempio che fu fatto alle loro coltivazioni che avevano pazientemente preparato sulle dolci colline di quella terra. E se la vodka è un fattore di pericolo per gli slavi, pensate un po’ quali effetti potrebbe avere (ma forse li ha già) sui nostri giovani, e forse non solo sui nostri giovani.
Certo, ci si può ubriacare anche col Lambrusco e col Prosecco, ma queste sono, di solito, ubriacature che in certe dosi ti possono rendere semplicemente un po’ allegro. È vero: da noi ci sono altre cose che ti possono distruggere il cervello: le droghe, la sete per il potere, la gelosia.
Be’, per oggi ho finito con queste informazioni utili a cercare di restare uomini (e donne). Che se poi il direttore del Sussidiario o qualche suo sponsor produttore di ottimi vini volesse farmene omaggio, potreste essere sicuri che li userei per convertire i miei amici russi, ucraini e anche kazaki. Non senza aver verificato prima personalmente il contenuto.
P.S. Dimenticavo: a Kuchek, villaggio sperduto nella steppa kazaka, sono ancora convinti che tutto, dal Covid alle radiazioni, si possa combattere con la “samagonka” (il tipo più forte di vodka, fatta in casa).
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