Il 5 giugno si è tenuto in Kazakistan il referendum costituzionale che ha rappresentato un atto di riforma, in particolare riguardo ai poteri del Presidente e ai suoi rapporti di influenza col Parlamento, con il Senato, con la Camera delle Nazionalità e con la Corte costituzionale. Resta ancora molto da capire quanto il ridimensionamento del ruolo del Presidente sarà effettivo, quanto avverrà nel tentativo di spoliticizzare gli stessi tribunali e le amministrazioni locali, i cui dirigenti non potranno essere rappresentanti di un partito politico.



Sarà interessante vedere quanto il maggiore partito da sempre al potere, Otan, da poco ribattezzato Amanat, che ha sempre avuto una larga maggioranza assoluta, saprà riformarsi, evitando le faide regionali interne. Vedremo anche il ruolo che gli altri partiti di opposizione sceglieranno di avere, sempre tentati di delegittimare il sistema di potere precedente, senza indicare spesso nuove vie, al di là della denuncia della corruzione.



A proposito di questa notizia c’è da notare come quasi ogni giorno si registrano incriminazioni ed arresti di personalità legate in vario modo all’“ancien régime”. Vedremo. Ma tutto ciò ci dà l’occasione di affrontare un vecchio problema che riguarda molti Paesi dell’ex Unione Sovietica, e non solo.

Spesso dopo le elezioni in questi Paesi si è gridato allo scandalo derivato dal fatto che gli esiti erano truccati. A volte manifestazioni di piazza, non sufficientemente represse, hanno portato alla caduta di governi “democraticamente” eletti, per essere sostituiti subito da altri “democraticamente” eletti. Questo non può non portare a una domanda: chi ha il diritto di legittimare i risultati di un’elezione? Dovrebbe essere la Corte costituzionale o chi per lei, del Paese, ma se anch’essa non è ritenuta del tutto affidabile?



Proprio, guarda caso, la questione ucraina ha riproposto il problema di elezioni delegittimate dalla piazza (ma non dalla Russia), a cui sono seguite altre elezioni legittimate dalla piazza (e dall’Occidente), ma non dalla Russia. Vuoi vedere che io sono legittimato a legittimare chi mi va? E chi se la sente di fare l’arbitro in una partita dove non c’è neppure la Var e dove chi perde, perde molto di più che una finale di coppa? E l’Onu? Lasciamo perdere chi ha costituito un sistema in cui il quarto arbitro, o chi per lui, ha diritto di veto sull’arbitro in campo, e anche sulla Var. Si accettano proposte credibili.

Comunque, per chi si interessa, informiamo che l’Unione Europea, da sempre “super partes”, anche se in parte più europea che unione, si è compiaciuta, legittimandoli, dei risultati del referendum in Kazakistan. Il 77,18% ha votato a favore della riforma costituzionale, il 18,6% contro, con un’affluenza di oltre il 68% (ben lontana dal 99% dei bei tempi sovietici).

Piccolo particolare: in pochi hanno ricordato che la riforma costituzionale ha previsto l’abolizione della pena di morte, per altro già sospesa dall’ex Presidente. Si sa: finché c’è vita, c’è speranza.

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