Un altro uomo chiave nel settore energetico – in particolare di quello petrolifero – è l’ imprenditore turco Mehmet Ogutçu. Attraverso i suoi circoli di discussione riservati, l’azienda londinese di questo uomo d’affari funge infatti da staffetta per gli investitori occidentali che desiderano affermarsi nel settore energetico in Asia centrale, soprattutto a Nursoultan.



L’attuale situazione caotica in Kazakistan è particolarmente preoccupante per gli affari dell’ex diplomatico turco, diventato consulente aziendale. A capo della sua società di consulenza e banca di investimento con sede presso Chelsea Global Resources Partners, Ogutçu ha lavorato per un decennio come facilitatore di contratti petroliferi in Asia centrale, in particolare in Kazakistan, per conto della maggior parte delle compagnie petrolifere occidentali, incluse la francese TotalEnergies, l’americana Chevron, l’italiana Eni e la britannica Shell.



Per fare questo, Ogutçu può contare sugli incontri ottenuti grazie ai club di discussione da lui fondati.  Dopo il Bosphorus Energy Club nel 2014, l’imprenditore ha fondato, cinque anni dopo, il London Energy Club, con il supporto del britannico Alastair Watson – ex militare, ora a capo della società di consulenza Alastair Watson Associates – e Fiona Watson, fondatrice dell’organizzatore di conferenze Afion Media. Questi circoli di discussione attirano alcuni big del settore energetico desiderosi di scambiare i propri contatti. I membri dei comitati consultivi dei club sono, in particolare, l’ex segretario all’Energia degli Stati Uniti, Bill Richardson, l’ex Ceo del gruppo petrolifero cinese Sinopec, Fu Chengyu, e l’ex ministro del commercio del Qatar e fondatore della holding Mohajl Group, Mohamed bin Ahmed bin Jassim al-Thani. 



Un tempo responsabile degli investimenti internazionali dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), Ogutçu è stato dal 2005 al 2012 direttore degli affari internazionali per la Shell, allora nota come British Gas Group, a beneficio della quale ha operato in Kazakistan nell’ambito dello sfruttamento del giacimento di gas di Karachaganak. Ogutçu ha rappresentato gli interessi del gruppo britannico quando il campo è stato oggetto di un arbitrato sulla distribuzione degli utili con il governo di Nursultan Nazarbayev, dopo aver negoziato nel 2010 con l’allora ministro del Petrolio e del gas, Sauat Mynbayev. 

Karachaganak rimane gestita congiuntamente da Shell, Eni e Chevron, oltre che dalla russa Lukoil e dal gruppo kazako KazMunayGas, attraverso la joint venture Karachaganak Petroleum Operating, gestita da giugno 2021 dall’ex Eni Giancarlo Ruiu.

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