Kekko Silvestre, frontman dei Modà, in gara al Festival di Sanremo con la canzone “Lasciami”, ha raccontato di essere in lotta contro la depressione. Una confessione effettuata sulle colonne del “Corriere della Sera”, in un’intervista che ha rivelato il lato più intimo dell’artista. Quest’ultimo ha rivelato di essersi accorto del “male oscuro” il 29 aprile 2021, quando, dopo essersi svegliato, non riusciva a piegare le gambe: “Pensavo fosse un’influenza, ma dopo dieci giorni a letto ho temuto che potesse essere una malattia degenerativa. Mi ha visitato un neurologo e mi ha diagnosticato la depressione“.
Si è trattato di un fulmine a ciel sereno per Kekko Silvestre, il quale unicamente a posteriori ha compreso di avere da tempo attacchi di panico prima dei concerti: “Ma sono andato avanti negando, mostrandomi forte anche per il senso di responsabilità verso la mia famiglia e i miei genitori. Ho accumulato troppo e il cervello alla fine mi ha bloccato il fisico. La depressione è un male che non si fa vedere e vive dentro di te“. I primi segnali si palesarono nel tour del 2017 dei Modà, quando sentiva le gambe che non lo reggevano e andava in confusione: “Ho pensato di smettere del tutto – ha asserito il cantante –. Nei mesi successivi mia figlia Gioia mi ha chiesto più volte: ‘Papà, perché non canti più?’. Le dicevo che era per il mal di gola. Mi si è stretto il cuore quando la pediatra le ha prescritto un antibiotico e lei le ha detto di darlo anche a me”.
KEKKO SILVESTRE DEI MODÀ E LA DEPRESSIONE: “MI VERGOGNAVO DI PRENDERE I FARMACI”
Dopo due anni, Kekko Silvestre e i Modà fecero un altro disco, “Testa o croce”, e un altro tour: “Ero così distrutto che accolsi bene la notizia dello stop dei tour per il Covid…”, ha ammesso una delle voci più inconfondibili del panorama musicale italiano. La pandemia, però, gli ha dato il colpo di grazia: “Quando sei in quello stato cerchi di tenere solo le cose che ti fanno sentire al sicuro: il solito ristorante, i soliti amici… Il Covid mi ha tolto anche quello. Ci sono stati momenti non semplici. Ricordo che chi mi era vicino mi vedeva con lo sguardo perso nel vuoto. Quindi è arrivato il blocco fisico: un mese dopo, l’11 maggio, ho iniziato a curarmi. I farmaci sono il veleno di cui parlo nella canzone. All’inizio li vedi così, pensi che quelle medicine si diano ai pazzi. Mi vergognavo, ma lentamente sono tornato a vedere i lati positivi della vita”.
Oggi, Kekko Silvestre è consapevole di non avere sconfitto totalmente la depressione, ma l’ultimo tour gli ha dato l’occasione di comprendere che, se si rimane sul divano, non si guarisce e “questo mi ha dato il coraggio di affrontare il Festival. Ci confronteremo con artisti che dominano lo streaming, ma del resto noi siamo vecchi, siamo sempre stati considerati così. Avere Sanremo nel palmarès è un sogno, ma non vinceremo mai”.