In un primo momento chi passava sulla superstrada Teramo-Mare, l’arteria che congiunge l’autostrada che arriva dalla Capitale con l’A14, ha pensato a una strana nuvola grigia in mezzo a un cielo azzurro. Una nuvola lontana diversi chilometri ma ben visibile. Pian piano il grigio si è trasformato in nero e quella che sembrava una nuvola è diventata un imponente colonna di fumo.
Un incendio vasto e complesso che ha interessato un’azienda chimica, la Kemipol, a Scerne di Pineto, a pochi chilometri dalla spiaggia dell’Adriatico e in linea d’aria vicina anche a Pescara. L’allarme è scattato quando si è accertato che in fiamme c’era un deposito di solventi infiammabili.
Le fiamme si sono sviluppate all’interno di un capannone di circa 2400 metri quadrati di superficie. L’incendio sarebbe stato preceduto da un’esplosione che ha messo in allarme gli operai, consentendo loro di fuggire in tempo prima che le fiamme avvolgessero l’intero capannone. Fortunatamente non sono stati registrati feriti o operai intossicati, nonostante che l’incendio abbia prodotto una notevole quantità di calore che ha causato il crollo di ampie porzioni della copertura, causando la colonna di denso fumo scuro visibile a decine di chilometri di distanza. Sul luogo dell’intervento diverse squadre di vigili del fuoco al fine di garantire un rapido spegnimento delle fiamme. Sono intervenute infatti quattro autopompe, quattro autobotti, un’autobotte chilolitrica, un furgone NBCR (per Rischio nucleare, biologico, chimico e radiologico), un’autoscala, un furgone per il trasporto di autorespiratori, un furgone con scorte di liquido schiumogeno e due fuoristrada con moduli antincendio provenienti dalle sedi di Teramo, Nereto, Roseto, L’Aquila e Pescara.
L’intervento è stato reso particolarmente complesso dalla presenza nel deposito di consistenti quantitativi di liquidi infiammabili. I vigili del fuoco hanno lavorato a lungo riuscendo ad affrontare l’incendio con getti di acqua e schiuma fino a metterlo sotto controllo. Un’importante azione preventiva è stata effettuata con l’utilizzo di idranti per raffreddare l’area dei serbatoi interrati contenenti liquidi infiammabili e un’autocisterna ferma nel cortile dell’azienda. Sul luogo dell’intervenuto si sono recati anche il sindaco di Pineto, i carabinieri di Pineto e la polizia di Stato del commissariato di Atri per gli adempimenti di competenza. Personale dell’Arta, l’agenzia regionale di tutela dell’ambiente, e della ASL per la valutazione di eventuali situazioni di inquinamento ambientale. È proprio l’allarme ambientale è stata la preoccupazione maggiore, tanto che il sindaco ha imposto a tutti i residenti nel raggio di alcuni chilometri di non uscire di casa e di tenere le finestre chiuse. Nella giornata di ieri, in via precauzionale, anche le scuole del comune di Pineto e di cinque comuni circostanti sono state chiuse e gli studenti sono rimasti a casa. Le fiamme sono durate diverse ore e solo ieri gli ultimi focolai sono stati spenti.
Ieri l’esame dell’aria sia vicino al luogo dell’incendio che a distanza di chilometri. La preoccupazione che il benzene fosse presente oltre ai limiti consentiti col passare delle ore, fortunatamente, è scemata. Anche l’analisi della direzione dei venti e del profilo di stabilità atmosferica ha confermato che il trasporto di composti prodotti dagli incendi non ha interessato, se non marginalmente, le aree lontane dai roghi. Arta Abruzzo ha quindi tranquillizzato la popolazione, anche se ulteriori controlli verranno fatti nei numerosi campi coltivati che ci sono nelle vicinanze per evitare che scorie si depositano sulle verdure.
Indagini da parte delle forze dell’ordine sono in corso per verificare se tutte le norme di sicurezza erano state attuate e capire che cosa ha scatenato l’incendio. In tanti però in queste ore vivono ancora nell’ansia e raccontano quello che hanno visto, come si sono propagate le fiamme.
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