Ken Follett è terrorizzato. Lo scrittore ha ammesso di avere paura del coronavirus e di non essere pronto per morire. In occasione della presentazione del suo nuovo libro “Per niente al mondo”, Ken Follett ha parlato anche del suo timore in merito allo scoppio di una Terza Guerra Mondiale. Lo scrittore infatti ha rivelato in una intervista a il Corriere della Sera: “Noi speriamo che non succeda mai: ma mai dire mai! Era molto importante per la storia che il lettore credesse che tutto può accadere. Come per la Prima guerra mondiale, le cose non succedono perché i leader sono stupidi: certo, ci sono presidenti e primi ministri che prendono decisioni stupide, ma non volevo che questo accadesse nel libro, qui non si parla di gente stupida. Una guerra può cominciare per caso: ma questa non è una buona storia. Ho intervistato gente che è coinvolta nella politica e ne ho chiesto l’opinione. Uno è stato Gordon Brown: gli ho domandato com’era avere il potere di cominciare una guerra nucleare. Non mi ha risposto”.
Ken Follett si è lasciato poi andare ad una considerazione in merito al coronavirus. Lo scrittore ha ammesso di non voler frequentare luoghi affollati e di essersi allontanato dagli amici no-vax: “Si sono nervoso, non mi piace andare in ristoranti affollati, vedo solo vecchi amici vaccinati (…) io non sono pronto a morire, ho ancora tanto da fare”.
Ken Follett stronca la serie tv “Normal people”: “Litigano, si riconciliano e poi…”
Ken Follett, sempre al Corriere, ha poi stroncato la serie tv “Normale People”. Lo scrittore ha rivelato di non aver letto il libro ma di aver visto la serie televisiva a metà: “Non ho letto il libro, ma ho visto la serie tv: però a un certo punto mi sono fermato, perché era la stessa cosa ogni volta. Litigano, si riconciliano e poi fanno sesso: poi litigano e fanno pace di nuovo e fanno sesso ancora”. Lo scrittore non riesce a spiegarsi il successo di queste storie, compreso quello di “Cinquanta sfumature di grigio”: “Se scrivessi quel tipo di storia vorrei che ci fosse un progresso nella loro situazione. Il saliscendi emotivo è molto importante in un romanzo: ma non dovrebbe accadere ogni volta la stessa cosa”.
Ken Follett si è poi mostrato critico nei confronti della letteratura contemporanea: “Uno dei problemi della narrativa contemporanea è che i libri sono troppo corti: e lo sono perché non riescono a sostenere la narrazione”. Se la prende addirittura con un mito della letteratura come Proust: “Ho qualcosa che lui non ha. Non c’è storia in Proust: è la più lunga non-storia mai pubblicata. Puoi riassumere i sette volumi della Recherche in quindici secondi, perché non succede praticamente nulla”. Un Ken Follett ficcante e caustico che non risparmia colpi a nessuno.