Robert F. Kennedy Jr.: “Ecco perché il mio sostegno va a Trump”

Robert F. Kennedy Jr. ha annunciato di voler interrompere la sua corsa alla Casa Bianca per le elezioni Usa 2024. Una decisione dettata dal desiderio di voler sostenere Donald Trump, con cui ha tutte le intenzioni di collaborare per raggiungere gli obiettivi elettorali comuni. “Mi vuole nella sua amministrazione”, ha confermato Robert F. Kennedy Jr a margine della conferenza stampa in cui ha annunciato lo stop. A quanto pare, ci sarebbe stato un lungo colloquio con Donald Trump per trovare un’unità comune e per “lavorare insieme sulle questioni esistenziali su cui siamo in accordo”.



Ricordiamo che il figlio settantenne di Bob Kennedy si era presentato come candidato indipendente, ma oggi la sua strada si intreccia strettamente a quella di Donald Trump. Tra i motivi principali che lo avrebbero spinto a questo passo indietro la convergenza su determinate tematiche, come “la libertà di parola, la guerra in Ucraina e la guerra ai nostri figli”. Nel corso della sua conferenza stampa, non sono mancate le stoccate alle forza Dem descritte come “il partito della guerra, della censura, della corruzione, di Big Pharma, della grande tecnologia… e dei grandi soldi”.



Robert F. Kennedy Jr., la scelta di appoggiare Trump spiazza i fratelli: “Si conclude una triste storia”

“Ho iniziato il mio percorso come democratico”, ha ricordato Robert F. Kennedy Jr., prima di snocciolare i tanti cambi di rotta dei Dem, che lo avrebbero spinto ad allontanarsi definitivamente. E mentre Donald Trump lo ringrazia e lo accoglie a braccia aperte, i fratelli Kennedy hanno espresso grande delusione per la decisione presa dal Robert F., ritenendola un vero e proprio attacco nei confronti della famiglia.

“Questo è un tradimento dei valori che papà e la nostra famiglia hanno più a cuore. E’ la triste fine di una triste storia”, hanno detto in una nota congiunta. “Vogliamo un’America colma di speranza e unita da una visione di un futuro luminoso, definito dalla libertà individuale, dalla promessa economica e dall’orgoglio nazionale. Crediamo in Harris e Walz”, la conclusione.