Mentre si accorcia sempre più la distanza che ci separa dalle elezioni del 2024 negli USA – che si stanno prefigurando come un vero e proprio testa a testa all’ultima voto tra Donald Trump e Kamala Harris – arrivano novità sulla candidatura di Robert F. Kennedy Jr: nipote del famoso ex presidente JFK, in corsa come indipendente e attualmente dato dai sondaggi con una forbice tra il 3 e il 5% dei voti in base allo stato di riferimento; il larga parte sottratti al tycoon.
A riferire delle presunte novità sulla campagna di Kennedy Jr è stata la sua vice e compagna di corsa Nicole Shanahan, intervenuta nei giorni scorsi in una puntata dal podcast Impact Theory citata da FoxNews, nella quale ha ventilato l’ipotesi di un ritiro per sostenere Trump al fine di garantirgli alcuni voti in più utili – sempre stando alle stime dei sondaggi – per battere Kamala Harris in alcuni dei territori di scontro più importanti: notizie che – per ora – non trovano alcuna conferma ufficiale, ma che potrebbero essere formalizzate nel corso dei prossimi giorni.
Shanahan: “I Dem hanno ostacolato in ogni modo la corsa alla presidenza di Kennedy Jr”
“Stiamo valutando seriamente – ha spiegato la vice di Kennedy Jr durante il podcast – la possibilità di garantire che le persone che hanno corrotto la nostra democrazia libera ed equa non finiscano in carica”, con un riferimento chiaro all’ipotesi di “una presidenza Harris-Walz”; mentre interpellata sull’ipotesi che la loro fosse una candidatura “di disturbo” ci ha tenuto a ricordare che il nipote dell’ex presidente “ha investito decine di milioni di dollari” e puntava – se non tanto a “vincere” – quanto meno ad avere “una possibilità equa” di gareggiare.
Soffermandosi su quest’ultimo punto – però – ha anche attaccato il Partito Democratico, sottolineando che hanno “bandito” il nome di Kennedy Jr “tenendolo lontano dai palchi, manipolando i sondaggi, usando leggi contro di lui, facendogli causa in ogni stato possibile [e] infiltrando degli addetti nella campagna per ostacolarla e crearci dei veri e propri problemi legali”; e a fronte di tutto questo e del rischio concreto che “di una presidenza di Kamala Harris e Walz” l’ipotesi migliore potrebbe essere quella di “unire le forze con Donald Trump” restituendogli quei voti che “gli sottraiamo”.