Lo Stato americano del Kentucky ha approvato una legge che vieta il cambio di sesso ai minori e impone l’interruzione dei processi di de-transizione a coloro che avevano già avviato la somministrazione di bloccanti per la pubertà e cure ormonali. Le limitazioni, come riportato da La Verità, non saranno tuttavia esclusivamente fisiche. A scuola, infatti, non ci saranno più trattamenti di favore per coloro che non si rispecchiano nel genere in cui sono nati: gli insegnanti, ad esempio, potranno rifiutarsi di riferirsi ai propri studenti gender-fluid con un pronome o un nome differente e non potranno più utilizzare i bagni dell’altro sesso.



Secondo l’American civil liberties union dello stato, si stratta della “peggior legge anti-trans” degli Stati Uniti. Gli esponenti del Parlamento, da parte loro, sostengono di avere approvato la legge per proteggere i minorenni che si avvicinano al percorso di transizione ma che potrebbero facilmente pentirsene in futuro. La spinta verso una scelta più consapevole, tuttavia, non è stata accettata dalla comunità LGBT+.



Kentucky vieta cambio di sesso a minori: i trans si ribellano

Dopo che il Parlamento del Kentucky ha approvato la legge che vieta il cambio di sesso ai minori e impone la de-transizione a coloro che lo avevano già avviato, i trans – insieme ad altri membri della comunità LGBT+ – hanno dato il via ad una vera e propria insurrezione, invadendo l’aula mentre era ancora in corso una discussione sul tema. Gli attivisti, per lo più giovanissimi, hanno interrotto i lavori a suon di slogan. È stato necessario l’intervento della Polizia per riportare la situazione alla normalità.



L’assalto al Kentucky State Capitol, nella città di Frankfort, non è stato privo di conseguenze. In virtù di quanto accaduto, infatti, sono stati disposti i fermi di 19 persone che hanno partecipato alle proteste. Gli attivisti sono accusati di avere violato uno spazio istituzionale. Il portavoce della Polizia, Paul Blanton, da parte sua, ha voluto sottolineare che agli esponenti della comunità LGBT+ presenti prima dell’arresto era stata data “la possibilità di andarsene senza alcuna azione coercitiva”.