In Kenya sta facendo parecchio discutere la particolare vicenda in cui sono fini gli indigeni Ogiek, cacciati dai loro territori ancestrali per far spazio alla transizione green. Una situazione, se non altro, ironica, perché lo scopo dichiarato dietro alla loro ‘cacciata’ è quello di finanziare progetti di riforestazione da parte di aziende che non sono in grado di ridurre la Co2 che emettono, ignorando che lo scopo vitale degli Ogiek è proprio quello di salvare le foreste.
Per comprendere meglio quello che sta accadendo in Kenya agli indigeni Ogiek, vittime ignare di una transizione green che non ha assolutamente a che fare con loro, occorre fare un passo indietro. Gli indigenti Ogiek, infatti, sono uno dei pochi popoli nativi rimasti nell’Africa orientale e risiedono nell’intonsa e florida foresta montuosa di Mau, con una popolazione stimata tra i 20mila e i 30mila individui. Nel 2017, inoltre, la Corte africana dei diritti umani ha riconosciuto agli Ogiek il diritto di ritornare nella Rift Valley, loro terra natale, che non è mai stato rispettato e, dunque, rimangono in Kenya, dove da migliaia di anni vivono, in completa armonia con la natura.
Kenya: gli indigeni Ogiek sfrattati per la transizione green
Il problema degli Ogiek in Kenya con la transizione verde, invece, è legato al meccanismo di compensazione della Co2. Questo permette alle aziende particolarmente inquinanti che non riescono a ridurre il loro impatto climatico di ‘acquistare’ dei carbon credits. Questi sono titoli di enti certificati che servono a finanziare progetti per la riduzione della Co2 in varie parti del mondo, come appunto la riforestazione di aree deturpate per l’estrazione del legno.
Bene, tornando in Kenya, buona parte della foresta di Mau dove risiedono i nativi Ogiek è stata ‘acquistata’, con il meccanismo di compensazione della Co2 per la transizione green, da due multinazionali, ovvero la Blue Carbon saudita e l’Initiative for Sustainable Landscapes olandese. Le aziende, con i loro crediti, finanzierebbero progetti green di riforestazione. Ne consegue, dunque, che i popoli Ogiek del Kenya si sono visti recapitare, a causa della transizione green, delle note di sfratto, a causa delle quali rimarrebbero senza terre e senza case. L’assurdo, peraltro, lo spiega J. K. Sang, attivista del popolo Ogiek e membro del team che si oppone agli sfratti, che all’Avvenire ricorda come “non è un territorio vuoto e disabitato questo; gli Ogiek non tagliano gli alberi ma li salvaguardano“.