La BBC ha recentemente pubblicato un lungo reportage sul Kenya e sulla strana circostanza dei miracoli a pagamento. Una pratica tristemente comune, che prende il nome inglese di “seed offering”, ovvero “piantare/offrire un seme”. Con la falsa promessa di realizzare un miracolo i pastori chiedono pagamenti, talvolta continuativi, talvolta unici, ai fedeli, con l’unico ed inevitabile esito di far finire le persone per indebitarsi, inseguendo quello che è a tutti gli effetti un miracolo. Una situazione che ha veramente dell’incredibile, soprattutto perché il Kenya è uno degli stati più poveri dell’Africa, in cui anche pochi euro possono fare la differenza per la sopravvivenza.



Kenya: come funzionano i miracoli a pagamento

Insomma, la BBC per indagare a fondo sulla pratica del seed offering in Kenya ha deciso di interpellare alcuni testimoni che sono caduti nella trappola dei sedicenti pastori. Nello stato africano la crisi del costo della vita ha colpito fortissimo dallo scoppio della guerra, e solamente negli ultimi 12 mesi i beni hanno subito aumenti fino al 16%, accompagnato ad una disoccupazione che risulta essere raddoppiata negli ultimi sette anni. Una situazione drammatica, che spinge moltissime persone sempre più vicine alla fede.



E qui entrano in gioco le chiese a pagamento del Kenya. Affiliate alla chiesa che in America viene chiamata Prosperity Gospel, questo tipo di chiese hanno iniziato a farsi sempre più strada dai primi anni 2000, raggiungendo una grandissima popolarità. La portata del problema, ora, raggiunge anche i kenioti sui loro cellulari, con pubblicità che gli propongono di “investire” i loro soldi per migliorare la condizione economica, o ottenere qualche favore da Dio. Gladys Nyachieo, sociologa della Multimedia University of Kenya, alla BBC ha raccontato che “le persone sono molto disperate e gli viene detto che Dio non vuole che rimangano povere“.



I racconti dei kenioti

Scesi sul campo, i giornalisti della BBC hanno trovato alcuni adepti di queste chiese del Kenya, chiedendogli di condividere la loro storia. Evarline Okello, per esempio, racconta che le hanno chiesto 115 dollari per migliorarle la vita, spingendola a chiedere un prestito ad un amico, che a sua volta si è rivolto ad una banca. Ora ha un debito da più di 300 dollari, con l’amico e la banca, che probabilmente non riuscirà a saldare. Dennis Opili, invece, in pochi mesi ha speso oltre 180 dollari complessivi, per trovare un lavoro che ad oggi non gli sarebbe stato ancora offerto.