Kevin Spacey, a processo dopo l’accusa di molestie che gli è stata mossa dall’attore Anthony Rapp e che risalirebbero a quando quest’ultimo aveva soltanto 14 anni, è stato chiamato a testimoniare in un’aula di tribunale a New York. Affermazioni che Spacey ha immediatamente bollato come infondate: “Non sono vere”, ha asserito quando gli è stato fatto notare che Rapp ha riferito che nel 1986 l’uomo l’avrebbe preso in braccio “come uno sposo fa con una sposa” per poi adagiarlo sul letto e sdraiarsi sopra di lui, ma il ragazzo sarebbe riuscito a liberarsi dalla presa e a fuggire dal presunto tentativo di abuso ai suoi danni.
Dopodiché, Kevin Spacey ha iniziato a parlare di fronte ai giudici della sua situazione familiare pregressa ed è emerso uno spaccato tutt’altro che semplice. Secondo la ricostruzione effettuata dall’imputato in tribunale, lui proviene da una famiglia “molto complicata”. In particolare, come approfondisce il “Corriere della Sera”, le invettive di suo padre lo avrebbero portato a odiare “il bigottismo e l’intolleranza”.
KEVIN SPACEY: “MIO PADRE ERA UN SUPREMATISTA BIANCO E NEONAZISTA”
Nel prosieguo del suo intervento davanti alla giuria, Kevin Spacey ha detto che “mio padre era un suprematista bianco e neonazista. Significava che io e i miei fratelli eravamo costretti ad ascoltare ore e ore mio padre che ci insegnava le sue convinzioni”.
Peraltro, del suo orientamento sessuale (Spacey è gay, ndr) l’attore non ha mai rivelato nulla a suo padre: “Non ne abbiamo mai parlato. Non ho mai parlato pubblicamente di queste cose e quando ho iniziato a fare queste cose lui mi urlava contro all’idea che potessi essere gay”. Le frasi di Kevin Spacey hanno fatto rapidamente il giro del web, approdando anche dall’altro lato dell’Atlantico, quello europeo, dove hanno trovato a loro volta ampia eco mediatica, complice il caso di abusi in cui sarebbe coinvolto.