Una pioggia di tweet da parte di Ali Khamenei contro Israele: non sarebbero nemmeno una novità, tuttavia in essi l’Ayatollah che è Guida Suprema dell’Iran utilizza anche la definizione “soluzione finale“. Le parole sono spesso armi, e se si utilizza la definizione “soluzione finale” parlando del “sionismo” (unico modo in cui Khamenei lo definisce) è ovvio ripensare ad altri tempi in cui si progettava una “soluzione finale” per risolvere il “problema” degli ebrei, cioè quelli della Germania nazista di Adolf Hitler.
Di conseguenza, anche se la situazione del 2020 è naturalmente diversa da quella di allora, usare la definizione “soluzione finale” significa assumersi la responsabilità di quanto si afferma consapevoli che il suo vero significato storico è “sterminio degli ebrei”.
D’altronde è innegabile il fatto che l’Iran di Khamenei sia tra quei (tanti, troppi) Paesi del mondo islamico che vorrebbero far sparire Israele dalla faccia della Terra: d’accordo, sarebbe la “soluzione finale” contro uno Stato più che contro i suoi abitanti di per sé, ma la differenza è davvero minima perché è difficile immaginare un esito pacifico per gli israeliani da parte di chi vuole annientare il loro Paese. Parole ancora più inquietanti perché utilizzate dal leader di una dittatura che ai tempi della “rivoluzione” riportò indietro di secoli le lancette della storia dell’Iran.
KHAMENEI INVOCA “SOLUZIONE FINALE” CONTRO ISRAELE
Ali Khamenei è infatti l’erede di Ruhollah Khomeini come Guida Suprema, capo politico-religioso dell’Iran teocratico, di un regime che da sempre non fa mistero delle sue intenzioni verso Israele. Legittimo dunque pensare che abbia parlato di “soluzione finale” con piena cognizione di causa e ben sapendo di ricalcare le parole e gli obiettivi di Adolf Hitler e del nazismo: come evidenzia con forza Rights Reporter, in questo caso le parole “diventano veramente dei proiettili sparati deliberatamente per chiarire il proprio pensiero”.
In occasione dell’imminente Quds Day, l’evento annuale organizzato dall’Iran per celebrare la “resistenza palestinese”, Ali Khamenei ha infatti pubblicato sul suo blog una immagine dove si vedono persone che celebrano la “liberazione” di Gerusalemme dal “perfido nemico sionista”, facendo festa sotto le mura della moschea di Al-Aqsa. La “soluzione finale”, secondo il poster.
Dispiace osservare che in Occidente solamente gli Usa, oltre naturalmente ad Israele, si siano indignati per tutto questo, con le parole del Segretario di Stato americano Mike Pompeo e del Premier israeliano Benjamin Netanyahu. Khamenei con un tweet ha precisato che “eliminare il regime sionista (Israele n.d.r.) non significa eliminare gli ebrei”. Resta il fatto che l’intenzione di eliminare una nazione dalla faccia della Terra è sempre più evidente: davvero l’Europa non ha nulla da dire su questa “soluzione finale”?