Kiev non manda più orfani in Italia? I numeri relativi agli ingressi in Italia di orfani ucraini sono inequivocabili: in novecento giorni di guerra c’è stato un graduale calo degli arrivi di minori senza genitori. Siamo passati dai circa settemila del 2022 ai circa duecento del 2023 e poche decine nel 2024, fino al 30 giugno. Eppure il conflitto continua a mietere vittime, senza pietà. In un articolo del Fatto Quotidiano, viene paventata l’ipotesi di una chiara scelta politica da parte di Kiev.



“Ci rubano i bambini”, si legge nel titolo del pezzo a firma di Thomas Mackinson, che sottolinea i dati relativi al drastico calo di orfani in arrivo in Italia e della scelta strategica da parte dell’Ucraina di favorire la Polonia. Infatti, i rapporti con l’Italia si sarebbero deteriorati nel corso degli ultimi due anni, malgrado la generosità di tante famiglie italiane che hanno accolto a braccia aperte gli orfani ucraini. La tendenza però è questa: dopo un arrivo massiccio all’inizio della guerra, adesso la situazione è completamente differente.



Orfani di Kiev, gestione complessa e intricata tra Ucraina e Italiana

In questo senso, a rimetterci sono esclusivamente i piccoli orfani, contesi e sballottati da una parte all’altra, con il carico emotivo della guerra e un futuro incerto. La gestione degli orfani di Kiev resta quindi uno dei tanti nodi da sciogliere in questo contesto, già di per sé abbastanza deprimente, con la politica italiana “costretta” a passare la palla ai giudici.

Viene infatti riportato, a proposito di diritti di custodia, il caso Brescia, dove il Tribunale dei minori ha bloccato il rimpatrio degli ultimi cinquantasette orfani ucraini rimasti nella Bergamasca. Se per l’Ucraina i tutori legali dei piccoli sono i titolari degli orfanotrofi e i loro accompagnatori delegati, l’Italia nei fatti non riconoscerebbe i tutori ucraini, con l’affidamento ad un tutore volontario, aprendo così la strada a contenziosi che non giovano a nessuno.