E’ un caldo tardo pomeriggio di fine ottobre, un autunno anomalo con temperature quasi estive. Il cielo di Lombardia, come diceva il Manzoni, “così bello quando è bello”. Assago, a sud di Milano, tra i campi e i moderni palazzi e i supermercati dell’espansione metropolitana che non ha limiti. Andrea Tombolini, 46 anni, disoccupato, incensurato, un uomo qualunque, un uomo inesistente, prende la sua bicicletta e va a farsi un giro. Capita davanti a una di queste enormi strutture sorte là dove era campagna, un supermercato della catena Carrefour. Dentro tanta gente. Gente che è uscita dal lavoro per comprarsi qualcosa da mangiare, donne che prendono qualcosa per i loro figli. C’è dentro anche una stella del calcio di serie A, Pablo Marì, gioca nella squadra del Monza.



Tombolini lascia la bicicletta e guarda. Guarda quelle persone. Suscitano qualcosa nella sua mente, gli fanno venire in mente quello che lui non ha: una vita. Lui vive ancora con i genitori e la sorella nonostante l’età non giovanissima. Qualche giorno prima si era presentato di sua iniziativa al pronto soccorso dicendo di essersi ferito da solo. Si era preso a pugni in faccia e sulla testa. Perché lo aveva fatto? Non lo sappiamo, sappiamo solo, ora, che da almeno un anno soffriva di depressione. Molti studi statistici sottolineano l’aumento di casi dei disturbi ansiosi e dei disturbi depressivi in Italia, fotografati già nel periodo 2015-2017 dall’Istat e indagati maggiormente a ormai due anni dalle prime avvisaglie della pandemia Covid-19.



Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’ha definito “il male del secolo”: la depressione, associata ai sintomi ansiosi, è una patologia in crescita ogni anno che ha trovato campo fertile nella società metropolitanacausata da repentini cambiamenti e pressioni sociali che si sviluppano dentro e fuori dal nucleo familiare. All’aumentare della consapevolezza della gravità dei disturbi dell’umore sul benessere mentale, è associata ancora l’inadeguatezza di molte terapie e dei tempi con cui vengono diagnosticati e trattati.

I soggetti a rischio, dagli studi statistici condotti, sono i disoccupati, la fascia della popolazione a basso livello d’istruzione, i giovani e le donne. Andrea Tombolini era disoccupato, ma nessuno al pronto soccorso e tra coloro che sapevano della sua depressione gli ha offerto cure adeguate.



A contribuire all’espansione di queste malattie è la mancata consapevolezza della loro gravità nel vivere comune e la frequenza con cui vengono trattate tardivamente e in maniera non adeguata. Tombolini appoggia la sua bicicletta e entra nel supermercato. Quelle persone, dirà, gli sembrano felici. Lui non è felice. Lui soffre. Non sa che anche tra coloro che stanno facendo la spesa ci possono essere persone che soffrono anche loro. La malattia mentale porta a vedere tutti dal tuo punto di vista. E allora dagli scaffali prende un coltello e comincia a colpire a casaccio quelle persone: “Pensavo di star male, di essere ammalato. Ho visto tutte quelle persone felici, che stavano bene, e ho provato invidia”. Uccide con un fendente un impiegato alla cassa, un suo coetaneo di origine boliviana, Luis Fernando Ruggieri.

L’uomo, gravemente ferito al petto e all’addome, viene trovato dai soccorritori già in arresto cardiaco, muorepoco dopo. “La gente scappava da tutte le parti, urlava, piangeva, c’erano bambini che avevano perso i genitori. E intanto lui girava e colpiva a caso” racconta un testimone. “Ho visto tre feriti a terra, il primo uscito con una coltellata alla spalla che era vigile” racconta un altro testimone. “Poi ne è uscito un altro, e l’ultimo cercavano di rianimarlo disperatamente. Ho visto gente sotto shock, in lacrime e tutti che provavano a telefonare. C’erano già i negozi con le serrande abbassate”. A fermare l’aggressore un altro uomo di sport, l’ex calciatore di Bologna, Inter e Napoli, Massimo Tarantino che lo ha disarmato. Sui social i commenti dicono: “Grazie Basaglia”. Il medico che ha dato nome alla legge che ha fatto chiudere i manicomi. “E’ pieno di pazzi in giro”, dicono altri. Già. I pazzi sono tra noi, i pazzi siamo noi. Peccato che la legge Basaglia non abbia pensato a creare strutture adeguate per tutti i pazzi fatti uscire dai manicomi. Peccato che non ci sia in Italia una cultura della sanità mentale. Peccato per il cassiere ucciso. Peccato per Andrea Tombolini che cadrà adesso sempre più giù nella sua pazzia. I supermercati intanto riaprono. E il cielo di Lombardia, come diceva il Manzoni, “così bello quando è bello” continuerà a restare bello, in questo “pazzo” autunno.

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