E’ una tesi decisamente poco credibili quella rilasciata da Kim Jong-un il dittatore e leader della Corea del Nord, sul covid. Da un paio di mesi a questa parte sono esplosi i contagi anche in quella che resta l’ultima dittatura comunista al mondo, e la diffusione del virus in maniera massiccia sarebbe da addebitare ai vicini sudcoreani. Come si legge su Open, infatti, Kim Jong-un è convinto che la Corea del Sud abbia mandato il covid oltre i confini attraverso dei palloncini.



Questi ultimi sarebbero stati utilizzati dagli attivisti negli scorsi mesi per diffondere dei volantini di contro-propaganda, e secondo la tesi nordcoreana sarebbero stati in qualche modo “impregnati” del Sars-CoV-2. Questa visione particolare dei fatti è stata sostenuta dalle autorità sanitarie di Pyongyang ed elaborata a seguito di un’indagine effettuata sui primi casi di febbre individuati in un soldato 18enne e in un bambino di 5 anni. Il primo focolaio di covid in Corea del Nord, risale al 12 maggio scorso, quando appunto la nazione annunciò i primi contagi dopo più di due anni di pandemia.



KIM JONG-UN E IL COVID IN COREA DEL NORD, LA REPLICA: “TESI IMPOSSIBILE”

Il presidente Kim Jong-un aveva in seguito disposto il lockdown in tutte le città parlando di «grave emergenza nazionale». Le prime ipotesi legate al contagio nordcoreano parlavano di possibile trasmissione attraverso il contrabbando lungo il confine cinese, poi il Centro statale per la prevenzione dell’epidemia e delle emergenze nazionale ha «disposto l’emissione di istruzioni d’emergenza» per la vigilanza «su oggetti alieni portati dal vento o da altri fenomeni climatici, e dai palloni aerostatici nelle aree lungo la linea di confine».



Pronta la replica della Sud Corea che ha spiegato che i palloncini non c’entrano nulla con la pandemia di covid: «C’è una visione comune di organizzazioni ed esperti sanitari di Seul e internazionali secondo cui l’infezione da Covid attraverso il contatto di superficie è realisticamente impossibile», sono le parole di Cha Duck-chul, portavoce del ministero dell’Unificazione.