Qualora valesse la pena ricordarsi che la Corea del Nord è una dittatura comunista, anti-liberale (e anche un po’ sadica) i fatti successi nelle ultime ore raccontati dal quotidiano sudcoreano “Chosun Ilbo” fungono da memoriale: il presidente di Pyongyang, Kim Jong-un ha fatto giustiziare tutti i funzionari della Nord Corea protagonisti del fallimento del vertice di Hanoi in Vietnam con gli Usa di Donald Trump, nello scorso febbraio, una battuta d’arresto verso la denuclearizzazione di Pyongyang e la pace con gli Usa. Kim Hyok Chol sarebbe stato ucciso già nel marzo scorso, subito dopo il vertice vietnamita insieme ad altri 4 funzionari del ministero degli Esteri di Pyongyang coinvolti nei lavori diplomatici. La fonte di Seul ha raccontato che un quinto funzionario, il braccio destro del dittatore Kim Yong-chol (nonché diretto rappresentante dei colloqui con Mike Pompeo anche a Washington), sarebbe invece stato sanzionato “solo” con il confino ai lavori forzati nella provincia di Jagang. Un sesto diplomatico, Kim Song-hye, è invece finita in un campo per prigionieri politici.
COREA DEL NORD, LA FOLLIA DOPO IL VERTICE FALLITO DI HANOI
Se tutto fosse confermato – ed è difficile farlo visto che la stampa di regime in Corea del Nord non confermerà mai a livello internazionale la condanna e le esecuzioni dei propri stessi funzionari – saremmo di fronte ad un punto davvero “nodoso” per provare a continuare i rapporti diplomatici e “di pace” con il regime nordcoreano. Kim Jong-un oltre tutto dovrà ora pensare a sostituire tutta la sua diplomazia “americana” per provare a risalire la china nei prossimi vertici per la denuclearizzazione della penisola alleata della Cina. Intanto il Rodong Sinmun – la voce del Partito dei Lavoratori (l’unico movimento politico ammesso in Nord Corea, quello del leader Kim Jong-un) ha preso di mira gli «atti anti-partito e anti-rivoluzionari messi in atto contro il leader», ovvero «Agire come uno che riverisce il leader, sta sognando qualcosa di altro quando si gira intorno è un atto anti-partito e anti-rivoluzionario che ha gettato via la fedeltà morale verso il leader, e tali persone non eviteranno il giudizio severo della rivoluzione. Ci sono traditori e ribelli che memorizzano solo parole di lealtà verso il leader e persino cambiano in base alla situazione del momento». L’accusa è la classica da guerra fredda: traditori perché “spie” per gli Usa, hanno sabotato la bontà dei negoziati e ora la devono “pagare”. Come è successo alla interprete di Kim, Shin Hye-yong, è stata accusata di aver «macchiato l’autorità» del dittatore per un errore ad Hanoi durante il suo lavoro di traduzione e per questo è finita nei campi di “rieducazione” nordcoreani. Un brivido che corre lungo la schiena di chiunque abbia un briciolo di umanità e concetti liberali..