Con la morte Kim Ki-duk il cinema mondiale perde uno dei suoi autori più estremi e senza mezze misure. Le sue opere hanno lasciato il segno, come già sottolineato in precedenza, e spesso hanno acceso il dibattito. Pellicole esteticamente straordinarie ma anche crude, senza filtri ed a tratti poetiche. Non sono mancati i momenti difficili, basti pensare alla pausa tra 2008 e 2011 causata da una crisi creativa, ma il sudcoreano è sempre riuscito nell’intento di usare il cinema per descrivere il mondo, quello del suo Paese, e piccoli spaccati di vita. Non sono mancate le critiche per la violenza portata sul grande schermo – L’Isola, film del 2000, ha sollevato qualche protesta in tal senso – mentre tantissimi sono rimasti affascinati dal mix di simbologia religiosa e sfrontato erotismo del suo Pietà, premiato con il massimo riconoscimento al Festival di Venezia del 2012. E Kim Ki-duk non si è tirato indietro dal punto di vista politico, One on One del 2014 ne è un esempio: cinema di denuncia, di denuncia vera. (Aggiornamento di MB)
GRANDE CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DI KIM KI-DUK
Sono tanti, tantissimi i tweet pubblicati sulla morte per covid del grande regista Kim Ki Duku: “Che dispiacere, quale maestro abbiamo perso!”. Un altro utente ha invece scritto: “La Mostra di Venezia perde uno dei suoi autore feticci e indimenticabili”. C’è chi ringrazia Kim Ki Duku per i suoi film silenziosi: “Il mio amore per i film silenziosi ingigantito grazie a lui e a quella piccola perla che si chiama “Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera”. E ancora: “È morto Kim Ki-duk. Non sono solito maledire un anno o cose simili, ma oggi mi viene davvero da chiedermi quando finirà questo maledetto 2020… La COVID-19 ci ha portato via un Maestro”. Un altro utente scrive: “Senza di lui non sarei il cinefilo che sono oggi”, c’è chi poi piange la scomparsa del grande regista: “Lacrime, solo lacrime” e chi aggiunge: “La casa, ora, è davvero vuota”. Infine questo tweet: “Mi ha regalato due dei miei film preferiti e mi ha aperto tante strade per altri film e autori. Questa fa malissimo”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
KIM KI-DUK É MORTO DI COVID, ALBERTO BARBERA: “É MANCATO UN GRANDE ARTISTA”
È grande il cordoglio per la scomparsa di Kim Ki-duk. Il regista sudcoreano ha lasciato un grande vuoto nel mondo del cinema e sono davvero tanti gli omaggi per ricordare le sue opere e il suo cinema radicale, in grado di tracciare un solco nella storia della settima arte. Toccante il messaggio di Alberto Barbera, direttore della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia: «Ci ha lasciato anche Kim Ki-duk…E’ mancato un grande artista, un regista di enorme talento e non comune personalità benché, da ultimo, controversa». Barbera ha poi aggiunto: «Sono fiero di aver contribuito a far conoscere al mondo intero i suoi film, e di aver goduto della sua amicizia, consolidatasi in ripetute e assidue frequentazioni. Ci mancheranno il suo talento di narratore, le sue raffinati doti figurative e il gusto inesausto per la provocazione che lui non potrà più esercitare, ma i suoi film continueranno ad alimentare il nostro immaginario e, mi auguro, quello degli spettatori di domani». Questo, invece, il saluto di Giulio Base: «Mamma mia che perdita mostruosa per il cinema mondiale». (Aggiornamento di MB)
LUTTO NEL MONDO DEL CINEMA
Nuovo lutto in questo terribile 2020: il regista sudcoreano Kim Ki-duk è morto all’età di 59 anni. La notizia è stata diffusa dal sito delfi.lt: secondo la ricostruzione dei colleghi, il celebre cineasta asiatico sarebbe stato ucciso da complicazioni correlate al coronavirus. L’autore di Bonghwa era arrivato in Lettonia lo scorso 20 novembre per l’acquisto di una casa nella località marittima di Jurmala, secondo le testimonianze. Kim Ki-duk però non si è presentato ad un incontro e dal 5 dicembre il suo entourage aveva perso i contatti con lui. Dinamiche che hanno fatto scattare l’allarme e, spiega delfi.lt, il regista è stato rinvenuto senza vita. Attese conferme nel corso delle prossime ore da parte dei cari e delle persone vicine all’artista.
KIM KI-DUK É MORTO, ADDIO A UN GRANDE DEL CINEMA ASIATICO
Kim Ki-duk è stato uno dei punti di riferimento del cinema asiatico negli ultimi anni ed ha raccolto numerosi riconoscimenti con opere in grado di tracciare un solco nella cinematografia internazionale. Il palmares fa invidia a tutti: il regista 59enne si è assicurato un Leone d’Oro, un Leone d’argento e anche il premio Un Certain Regard al Festival di Cannes. Il primo film risale al 1996, Coccodrillo, ma il successo internazionale arriva all’inizio del 2000 con Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera, un bellissimo film ambientato in un eremo buddhista e che racconta la vita di un monaco attraverso le stagioni della sua vita. Nel 2004 è arrivato un altro successo con Ferro 3 – La casa vuota, mentre nel 2012 si è aggiudicato il prestigioso Leone d’Oro con il meraviglioso Pietà, titolo che fa riferimento all’opera di Michelangelo. Con la morte di Kim Ki-duk perdiamo un grande maestro di cinema, un grandissimo autore.