Kim Rossi Stuart si racconta a Famiglia Cristiana, parlando non soltanto della sua carriera ma aprendo anche il proprio cuore sull’argomento della spiritualità, del suo rapporto con la natura e dell’importanza che ha la sua famiglia. Da poco, infatti, Kim Rossi Stuart si è recato a Medjugorje e nella sua intervista ha voluto dedicare alcune parole a questa esperienza: “è un luogo particolare – ammette – C’è una strana commistione di alta spiritualità e mercanzie. Sono partito incuriosito, spinto da quello che mi avevano detto alcune persone che ci sono state”.
Un viaggio, quello di Kim Rossi Stuart a Medjugorje, che lo ha portato a esprimere alcune riflessioni sul rapporto con la spiritualità, che definisce “imprescindibile”. Infatti, racconta a Famiglia Cristiana, “anche nei periodi più bui della mia vita, ho sempre avuto un vuoto dentro che mi spingeva alla ricerca. È stato forte, doloroso quando non trovavo un appiglio”. E riconosce che “quello che mi piace molto del cristianesimo è che si occupa solo di cose universali. L’uomo ha bisogno di rivolgersi a un creatore, poi ognuno può chiamarlo come vuole”. Un legame che si intreccia con il profondo rapporto con la natura: “mi nutro di natura, un po’ mi manca. Riesce a mettermi in uno stato di benessere totale”.
Kim Rossi Stuart, “trovo pienezza nella paternità, è totalizzante”
Kim Rossi Stuart parla anche della sua famiglia nell’intervista rilasciata a Famiglia Cristiana, riconoscendo che “la paternità per me è un elemento totalizzante”. Come spiega lo stesso scrittore, regista e attore, “più vado avanti e faccio figli, più trovo pienezza in questo ‘incarico’. È meraviglioso far crescere, educare”. E ricorda che “bisogna dare tutto a loro, evitando di puntare solo sul lavoro, come spesso ci capita di fare. La battaglia è un po’ questa”. Scherzosamente, infatti, spiega di essere riuscito a bilanciare la vita privata con il suo lavoro “non facendomi troppi problemi se la sensazione è quella di stare in un frullatore”.
Kim Rossi Stuart ammette a Famiglia Cristiana che “un tempo volevo avere il controllo, creare gli spazi che ritenevo corretti per ogni cosa. L’essere attore è sempre stato molto impegnativo, ma l’ho saputo accantonare, quando è stato necessario, per cose più importanti”, per dare il giusto spazio alla famiglia e ai suoi figli, per recuperare quella dimensione che troppo spesso rischia di essere fagocitata dal lavoro a discapito degli affetti più cari e sinceri.