«Il mondo è carico di tensioni nucleari». Così Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo, nell’ennesimo avvertimento all’Occidente. A spiegarne bene i contorni è Henri Kissinger, ex segretario di Stato americano. «È una situazione che ricorda la prima guerra mondiale. Nella quale ambedue le parti durante l’estate rinforzano le rispettive posizioni. Noi abbiamo mandato e manderemo ancora armi americane sofisticate, mentre i russi stanno rinforzando l’esercito sul terreno». Ne ha parlato a Fox News, rendendo perfettamente l’idea della delicatezza del momento, ma anche dei rischi all’orizzonte.
«Potremmo vedere due offensive che partono contemporanemente». Se la Russia perdesse, «potremmo assistere a un’escalation russa». Ma per Kissinger gli Stati Uniti non accetteranno mai che la Russia mantenga i territori conquistati. «Non può perché la Nato sarebbe scossa nelle sue fondamenta». Di conseguenza, Vladimir Putin e Joe Biden sono nella posizione di non poter né perdere né fare concessioni all’altro.
“BISOGNERÀ PRENDERE DECISIONI IMPORTANTI”
«In questo momento sembra esserci uno stallo, ma questo è perché le due parti si stanno riarmando per la battaglia», ha proseguito Henri Kissinger nella sua analisi. Per l’ex segretario di Stato Usa «avverrà non più tardi di agosto, a quel punto bisognerà prendere delle decisioni molto importanti». Quando fa riferimento a decisioni molto importanti, il pensiero va subito alle armi nucleari di cui dispongono Stati Uniti e Russia. Al Der Spiegel si è difeso invece dalle critiche ricevute dopo aver dichiarato dei confini ucraini: «In nessun momento ho detto che l’Ucraina dovrebbe rinunciare a qualsiasi territorio. Ho detto che la linea di demarcazione logica per un cessate il fuoco è lo status quo ante».
Inoltre, definisce il conflitto una «guerra sugli equilibri di potere. Ha aspetti di una guerra civile e combina un tipo di problema internazionale classicamente europeo con uno totalmente globale. Quando questa guerra sarà finita, la questione sarà se la Russia raggiungerà una relazione coerente con l’Europa – che ha sempre cercato – o se diventerà un avamposto dell’Asia al confine con l’Europa».