Con l’arrivo dell’estate la guerra in Ucraina è finita a margine del dibattito, ma la situazione resta delicata. Anzi, rischia di aggravarsi. A lanciare l’ennesimo allarme è Henry Kissinger, ex segretario di Stato americano, secondo cui “siamo sull’orlo di una guerra con Russia e Cina su questioni che abbiamo in parte creato, senza alcuna idea di come andrà a finire o a cosa dovrebbe portare“. Ne ha parlato al Wall Street Journal, spiegando che gli Stati Uniti hanno un ruolo chiave. A tal proposito, “non dovrebbero accelerare le tensioni ma creare opzioni“. Peraltro, c’è anche un problema irrisolto: “Come coniugare la nostra capacità militare con i nostri obiettivi strategici e come metterli in relazione con i nostri scopi morali“.



Ma la diplomazia Usa al momento è “molto sensibile all’emozione“. Tutto questo contribuisce ad una situazione di instabilità. “Penso che il periodo in corso abbia grandi difficoltà a definire una direzione. È molto sensibile all’emozione del momento“, ha aggiunto Henry Kissinger. Un altro errore commesso dalla leadership Usa è quello di soffermarsi sulla condanna delle idee che non si condividono, anziché fermarsi a negoziare e affrontare il pensiero altrui.



“UCRAINA DOVEVA ESSERE COME FINLANDIA”

La tesi di Henry Kissinger è che il mondo si trovi in una condizione di squilibrio causato in buona parte dalla mancanza di strategia degli Usa nella politica internazionale. Ad esempio, per quanto riguarda l’Ucraina, sarebbe stato meglio renderlo uno Stato cuscinetto tra Russia e Occidente: “Sono stato a favore della piena indipendenza dell’Ucraina, ma pensavo che il suo ruolo migliore fosse qualcosa come la Finlandia“, ha dichiarato l’ex responsabile della diplomazia Usa al Wall Street Journal. D’altra parte, dopo l’invasione da parte della Russia, “in un modo o nell’altro, formalmente o meno, l’Ucraina debba essere trattata (..) come un membro della Nato“.



La fine della guerra, comunque, è possibile solo con un accordo che preservi le conquiste territoriale della Russia nel 2014, quando si impossessò della Crimea e di una parte del Donbass. Riguardo Taiwan, Henry Kissinger suggerisce al presidente statunitense Joe Biden di mantenere la stabilità, anziché andare verso la crisi con la Cina: “La politica attuata da entrambe le parti ha prodotto e consentito il progresso di Taiwan in un’entità democratica autonoma, e ha preservato la pace tra Cina e Stati Uniti per 50 anni. Bisogna quindi stare molto attenti alle decisioni che possano cambiare questa struttura di base“. Infine, su Russia e Cina, Kissinger scarta l’idea di metterle l’una contro l’altra, quel che si deve fare è non accelerare le tensioni.