Klaus, cantante e youtuber amatissimo dai giovani, si racconta sulle pagine del Corriere. “Non sono una persona social. Ma forse sono un influencer, nel senso letterale della parola di trasmettere. Sento la responsabilità di questi numeri”, spiega. “Ho iniziato circa 12 anni fa a comporre musica con il computer. Ho fatto diverse “canzoni” — le chiamavo così — e le pubblicavo su MySpace. Però non andavano. Quindi mi sono messo a raccontare il processo creativo che c’era dietro con video su YouTube. Dalla musica ho scoperto il montaggio video, la grafica e la modellazione 3D. Ho coltivato le mie curiosità in parallelo alla scuola. Dopo sono arrivati i video di viaggi e concerti. È strano, più della metà della mia vita è su YouTube ha proseguito l’artista.



Inizialmente, i suoi video non avevano successo. Poi, tutto ad un tratto, i numero dei followers è cominciato a salire: “A quei tempi YouTube era solo un sito dove caricare video, non era considerato un social. A un certo punto sono arrivate tante persone, community, business. Avevo un canale già ricco, uno dei pochi, ed è esploso tutto. Oggi è figo avere numeri alti sui social, al tempo era da sfigati. In terza liceo avevo 300mila follower e mi vergognavo. In realtà non ho mai cercato questo. Anche perché vengo da una famiglia molto riservata”.



Klaus: “Mio padre dice che faccio il consulente”

La famiglia di Klaus, come ha raccontato lui stesso, è molto riservata. Per questo, a lungo ha nascosto il suo lavoro: “Mio padre lo ha scoperto per caso, gli ho sempre nascosto tutto. Ma a un certo punto la situazione mi è sfuggita di mano, mi riconoscevano per strada. Un giorno eravamo al mare, e un suo collega gli dice “Ti spiace se mio figlio fa una foto con Klaus? Sai, lo segue su YouTube, è famoso”. Vedendo l’espressione di mio padre ho capito che era successo l’inevitabile…”. Il successo non è stato immediato per l’influencer, che al Corriere ha proseguito: “Durante la scuola ho fatto tantissimi lavoretti: giardiniere, cameriere, aiuto cuoco… Duravano tutti un mese perché non avevo esperienza, però ero molto orgoglioso perché mi pagavo tutto io. Prendevo voli da 9 euro, treni scontati, andavo in giro in bicicletta. Raccontavo l’idea di esplorare, di prendere e partire. Sono sempre stato convinto che il viaggio, come la montagna, siano le cose che mi hanno fatto crescere di più”.



Un’altra sua grande passione è la montagna, tanto da scrivere l’inno per i Mondiali di Cortina 2021: “È nata proprio lì, a Cortina, con i suoni del luogo. Poi è stata presa per gli highlights di Champions League e Formula 1. E alla fine anche come soundtrack dei Mondiali di Sci. Cortina è il posto dove ho imparato a sciare, lì ho scoperto la montagna, ho fatto un sacco di amicizie e canzoni. Lì riesco a essere sereno e spensierato. La montagna è l’unico posto dove mi confronto con me stesso”. Oggi, il padre sa qual è il suo lavoro: “Lo rispetta molto ma ancora non sa cosa raccontare a cena a Natale, dice che faccio il consulente. Va bene così. Dai miei genitori ho imparato i valori più importanti. Quando gli dicevo “papà voglio il computer” e lui mi rispondeva “i soldi te li devi guadagnare” non capivo. Ora sono consapevole che tutto quanto è successo grazie a lui e mia madre, al fatto che hanno sempre avuto una mente aperta. E l’hanno trasmessa un po’ anche a me”.