29 anni fa Kledi Kadiu lasciava l’Albania a bordo di una nave diretta in Italia. Un viaggio difficile ma ricco di speranza alla volta di un paese che gli avrebbe poi dato la notorietà Lo ricorda con un post pubblicato su Instagram, in cui scrive: “Sono passati 29 anni. Per un attimo avevo pensato di scendere, pensando ai miei genitori, a mia nonna, ma era troppo tardi. La nave era già partita.” Così racconta le sensazioni di quei momenti: “Ho ancora nel naso l’odore delle sardine e del latte condensato. L’odore di tutto quello che mi ha sfamato durante il viaggio. Alcuni, meno fortunati, avevano solamente un po’ di zucchero. Ricordo tanta, tanta sete.” Il ballerino e coreografo ha concluso dichiarando che il suo desiderio è “quando sarà in grado di capire, voglio raccontare questa avventura a mia figlia affinché sappia da dove è venuto suo padre e di come abbia sognato e ottenuto un mondo migliore.”
Kledi Kadiu e i ricordi di un bambino che voleva danzare
Non è la prima volta che Kledi Kadiu ricorda sui social la sua infanzia. Qualche giorno fa ha postato una sua foto da bambino in sala danza, ricordando che “Da questa foto sono passati 35 anni. Fa impressione a pensarci ma ancora di più fa impressione scriverlo. Il mio obiettivo? il diploma di danzatore all’Opera di Tirana.” Anche da bambino, gli allenamenti erano molto difficili: “Ricordo le lezioni alle 8 del mattino (7 giorni su 7) e il mio maestro (Ilir Kerni) che pretendeva che alle 8 fossimo già riscaldati. Che si faceva allora? Vestiti da danza, alle 7 del mattino, una corsa di mezz’ora attorno al palazzo dell’Accademia. Spogliatoi e sala ballo senza riscaldamento. L’inverno a Tirana era freddissimo. Le vetrate avevano la brina e studiando ci usciva il fiato dalla bocca”, ha infine raccontato sul suo profilo Instagram.