Kledi Kadiu a “C’è tempo per” ha raccontato un retroscena sulla sua carriera. “Nel 1999 facevo le prove generali per la trasmissione ‘Buona Domenica’, condotta da Maurizio Costanzo. Lì Maria De Filippi mi ha visto mentre ballavo con Rossella Brescia e mi ha proposto di improvvisare un momento di danza nella sua trasmissione, ‘C’è posta per te'”. Il rapporto con la conduttrice Mediaset com’è? “Anche lei è molto determinata, forte, precisa. Con lei si rimane amici, siamo in contatto tuttora, nonostante io non sia parte integrante di ‘Amici'”. Il danzatore albanese ha precisato che non vi sono litigi o dietrologie alla base del suo “allontanamento” dal talent show condotto da “Maria Nazionale”: “Semplicemente, ho cambiato città e sarebbe difficile mantenere la quotidianità degli spostamenti per intervenire in ogni puntata”.
KLEDI KADIU: “BALLO GRAZIE A MIO PAPÀ”
Nel corso della puntata di mercoledì 15 luglio 2020 di “C’è tempo per…”, trasmissione mattutina di Rai Uno condotta da Beppe Convertini e Anna Falchi, è intervenuto il ballerino Kledi Kadiu, accompagnato dalla moglie Charlotte Lazzari. L’artista, esploso ad “Amici”, ha raccontato in diretta televisiva le origini della sua passione per il ballo. “Mi sono appassionato da bambino piccolo alla danza, sentendo la musica tipica albanese. Fu mio papà ad accorgersi di questa mia voglia di improvvisare e mi portò a fare un’audizione all’accademia nazionale di danza di Tirana e da lì ebbe inizio il mio percorso”. Quando era ragazzino, il sogno di Kledi era quello di diventare un ballerino del teatro dell’Opera di Tirana, in quanto “mai e poi mai avrei pensato di vivere un futuro così bello. Devo tanto ai miei maestri, perché senza di loro non sarei dove sono oggi. Ho fatto tante cose che non avrei immaginato di fare, anche se per fare questo mestiere servono costanza e studio“.
KLEDI KADIU: “IL MIO SBARCO IN ITALIA”
Il ballerino Kledi Kadiu ha poi ripercorso mentalmente e con l’ausilio delle immagini da parte della regia il giorno del suo approdo nel nostro Paese. “Da giovane avevo gli occhi di un ragazzo curioso, smanioso di assaporare la libertà che in Albania ci è stata negata per tanto tempo. Sbarcai in Italia l’8 agosto 1991, a Bari, dopo avere viaggiato sulla nave Vlora insieme a tantissimi connazionali (20mila persone). Nessuno di noi era preparato a questo cambiamento. Mi trovavo sulla spiaggia di Durazzo, a pochi chilometri dal porto, ero con una decina di amici. Sono fiero e fortunato di avere vissuto quel momento della storia. Mentre eravamo su quell’imbarcazione c’era molta solidarietà, ma è stato un viaggio di silenzio”. Poi, dopo pochi giorni, fu rimpatriato, ma non si arrese: fece un’audizione per una compagnia di danza di Mantova, superandola e arrivando così nel Nord del nostro Paese. Ecco dunque che, tornando al ballo, Kledi ha sottolineato che fra colleghi vi è una competizione non sana come dovrebbe essere: “Ci sono spettegolezzi continui. L’invidia è parte integrante della vita di oggi, soprattutto quando sei apprezzato. A me inorgoglisce”.