Gli esterni offensivi possono essere la chiave per il Barcellona del futuro. Non sappiamo ancora chi sarà l’allenatore blaugrana per la prossima stagione: le ultime dichiarazioni lasciano intendere che Quique Setién senta la sua posizione piuttosto salda (più volte ha fatto riferimento diretti al 2020-2021 sentendosi parte del progetto), la realtà è che aleggia come la sensazione che l’ex del Betis sia un semplice traghettatore tra l’esonero di Ernesto Valverde (epocale, perché non succedeva da 17 anni che un allenatore del Barcellona venisse cacciato a stagione in corso) e un progetto di rinascita che possa durare nel tempo. A tale proposito, il nome di Xavi Hernandez è chiaramente di peso: l’ex centrocampista, una leggenda del club, si è detto pronto a prendere la panchina sulla scia di quanto il suo vecchio maestro Pep Guardiola fece nel 2008. A Barcellona, certe suggestioni si concretizzano e hanno successo: ne è un caso eccellente anche il compianto Johann Cruyff, potrebbe esserlo a breve l’ex numero 6.



Esterni offensivi dunque: Xavi, parlando da tifoso ma forse immaginandosi già in campo a guidare gli allenamenti, ha fatto i nomi di Serge Gnabry e Jadon Sancho. Calciatori che rappresentano un eccellenza nel calcio attuale, che hanno un certo costo e per prendere i quali bisognerebbe accettare di sedersi al tavolo e fare braccio di ferro con le due società tedesche. Naturalmente, le alternative non mancano: la Gazzetta dello Sport per esempio parla di Justin Kluivert. Il giovane della Roma ha sostanzialmente rispettato le premesse: con la maglia giallorossa ha fatto vedere ottime cose ed è pronto ad un futuro da protagonista, sia esso in Serie A o altrove. La Roma chiaramente preferirebbe tenerlo, ma deve operare delle scelte come già si diceva: c’è bisogno di intascare un bel tesoretto per blindare Nicolò Zaniolo e permettere il rinnovo su certi termini economici a Lorenzo Pellegrini. L’occasione sarebbe anche utile per fare un po’ di chiarezza circa le gerarchie sulle fasce.



JUSTIN KLUIVERT ALLA ROMA?

Tra Zaniolo e Kluivert, tra Diego Perotti e Cengiz Under, qualcuno è sicuramente di troppo; in più andrebbe considerato anche Henrik Mkhitaryan e magari pure Javier Matias Pastore, stiamo parlando di sette giocatori – contando anche Pellegrini – per tre ruoli sulla trequarti, forse troppi anche se dovesse arrivare una qualificazione in Champions League. Non è tanto un problema di spazi (anche) quanto di stipendi: la Roma deve alleggerire il suo monte salari per poi passare agli acquisti. Da questo punto di vista Kluivert sarebbe sicuramente sacrificabile, al netto di tutto; se non altro l’olandese ha offerte di calciomercato e 40 milioni di euro sarebbero un prezzo ideale per le casse giallorosse. Per lui inoltre potrebbe esserci la suggestione di ricalcare le orme di papà, dopo averlo fatto nell’Ajax: dopo la fallimentare stagione con il Milan, Patrick Kluivert era stato acquistato dal Barcellona e qui era riuscito a reinventarsi come grande attaccante.



Per lui sei anni in blaugrana, conditi da 109 gol in 228 partite: ha vinto solo una Liga perché quel Barcellona, affidato al connazionale Louis Van Gaal, stava per vivere stagioni buie prima di rinascere con Frank Rijkaard. Curiosamente, l’uomo che gli fece l’assist per il gol che decise la Champions League del 1995, e un altro olandese: lo splendido rapporto lavorativo avuto in nazionale, in un Europeo giocato magnificamente dagli Orange ma perso in semifinale – noi italiani ricordiamo come – si sarebbe esaurito dopo una sola stagione, con il trasferimento di Kluivert senior a Newcastle. Ora Justin potrebbe approdare al Barcellona, e provare a essere un fattore decisivo come papà: schierato a destra o a sinistra rappresenterebbe una bella alternativa per i catalani, e permetterebbe loro di ritrovare parzialmente quella vena olandese che hanno sempre avuto dai tempi di Cruyff, Johan Neeskens e Rinus Michels. Erano i ruggenti anni Settanta, il Barcellona avrebbe conosciuto un altro profondo ciclo orange e adesso potrebbe riscoprire le sue tradizioni…