Konrad Adenauer faceva continuamente uso di metanfetamina, la cosiddetta “droga della Wehrmacht” nazista: è questa la sorprendente rivelazione che arriva dalla Germania secondo uno storico a proposito di colui che è considerato non solo come uno dei padri della Repubblica Federale Tedesca ma anche della stessa Unione Europea all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. Stando a quanto riportato infatti dal Corriere della Sera, lo storico Daniel Koerfer avrebbe scoperto che l’ex cancelliere vissuto a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e il Novecento (1876-1967) era stato dipendente dal Pervitin e questo forse spiegherebbe non solo il suo carisma e la verve anche in tarda età ma pure il fatto che rimase “straordinariamente energetico e reattivo” pur concedendosi di fatto pochissime ore di sonno.



Ma come era possibile questo? Pare che il leader della forza cristiano-democratica tedesca dovesse questa straordinaria forza e capacità di ricoprire importanti ruoli di governo grazie anche al Pervitin, ovvero una droga derivata dall’efedrina che è poi il nome commerciale della metanfetamina brevettata nel lontano 1934 e di cui facevano largo uso i soldati dell’esercito nazista e in uso tra le forze della Wehrmacht per la prima volta durante l’invasione-lampo della Polonia che dimostrò per la prima volta agli altri Stati europei la crescente forza dell’esercito allestito dal Terzo Reich.



“ADENAUER USAVA IL PERVITIN, LA DROGA DELLA WEHRMACHT”: LA RIVELAZIONE DI UNO STORICO

Nel suo saggio, intitolato “Kampf ums Kanzleramt” (ovvero “La lotta per la Cancelleria”), lo storico originario di Berlino racconta di come Konrad Adenauer cominciò ad assumere il Pervitin fino a diventarne dipendente e consumandolo praticamente a cadenze quotidiane. A sostegno di ciò che scrive, Koerfer riporta anche alcuni estratti dei diari di Paul, figlio dello statista nato a Colonia, come ad esempio uno stralcio datato 1964 in cui si parla esplicitamente di “una pasticca di Pervitin” che consentiva all’illustre genitore di essere pimpante e combattivo. Tuttavia, l’assunzione aveva inevitabilmente delle ricadute sul ciclo sonno-veglia tanto che Adenauer era poi costretto ad assumere ingenti quantità di sonniferi per trovare un po’ di ristoro nel letto. Anzi, pare che quella dalla metanfetamina fosse una dipendenza tutt’altro che recente e capace di scandire le giornate dell’allora 88enne politico. Pare anzi che Adenauer l’avesse cominciata a usare negli Anni Trenta, pur ribadendo che questo abuso non scalfisca minimamente la sua grande figura e i meriti che ancora oggi gli vengono riconosciuti dal punto di vista politico.



Come ricorda ancora Koerfer, la scoperta che Adenauer facesse uso del Pervitin sorprende se correlata alla sua persona ma non stupisce affatto se ci si riallaccia al contesto della società tedesca e soprattutto di quella durante il regime hitleriano: negli Anni Trenta, infatti, tra la popolazione del Reich si trattava di una vera e propria “droga di massa”, con la celebre pillola che prometteva (e spesso manteneva la promessa) di combattere la stanchezza e pure la depressione, inducendo uno stato di euforia tanto che divenne il rimedio magico prediletto non solo per i militari ma pure per studenti e determinate categorie lavorative. Una guerra-lampo che nei primi anni si tramutò in un trionfo bellico dopo l’altro, grazie alla metanfetamina distribuita ai soldati assieme al rancio: prima che non solo le ineluttabili sorti della Storia, ma pure l’eccessiva dipendenza degli uomini al fronte da questa sostanza, non mutarono il corso degli eventi.