Riesplodono le violenze nel nord del Kosovo, dove nella notte un agente di polizia è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti durante uno scontro a fuoco nel villaggio di Banjska. Il premier kosovaro Albin Kurti ha spiegato che sono “ancora in corso attacchi contro la nostra polizia”. Le violenze sarebbero opera di “professionisti che hanno il volto coperto e imbracciano armi pesanti, circa una trentina”. Inoltre, ha sottolineato che “il gruppo si trova all’interno e intorno un monastero, dove la pattuglia kosovara è caduta nell’agguato della notte scorsa”.



“Noi condanniamo questo attacco criminale e terroristico. Il crimine organizzato, con il sostegno politico, finanziario e logistico di ambienti ufficiali di Belgrado, sta attaccando il nostro Stato” ha proseguito il Premier, spiegando poi che “il governo e le istituzioni della repubblica del Kosovo sono pronti e uniti nella risposta a questo crimini e a questi criminali terroristi”. L’irruzione nel monastero, come sottolinea l’AdnKronos, è stata confermata dalla Chiesa serbo ortodossa: all’interno si trovano pellegrini e religiosi provenienti dalla città serba di Novi Sad. Kurti ha invitato gli assalitori “a consegnarsi alle nostre agenzie di sicurezza”.



La condanna dell’UE

Sarebbero sei gli aggressori serbi uccisi, come confermato dalla polizia, che ha spiegato inoltre come i miliziani serbi abbiano attaccato da diverse posizioni “con un arsenale di armi da fuoco, tra cui bombe a mano e missili a spalla”. Vjosa Osmani, presidente della Repubblica kosovara, ha sottolineato: “L’uccisione di un poliziotto e il ferimento di un altro nel nord del Kosovo, pianificato, orchestrato ed eseguito da bande criminali serbe, è un attacco all’ordine e alla legge nel nord del Paese. È un attacco al Kosovo”. Secondo il Capo dello Stato, “questi attacchi dimostrano ancora una volta il potere destabilizzante delle bande criminali organizzate dalla Serbia che ormai da molto tempo, come dimostrano le aggressioni ai membri della Kfor, ai giornalisti e ai cittadini, stanno destabilizzando il Kosovo e tutta la regione”.



Da parte del presidente anche un appello: “Oltre a condannare fermamente questa aperta aggressione della Serbia nei confronti del mio Paese, mi aspetto che i nostri alleati sostengano il Kosovo nei suoi sforzi per ristabilire la legge e l’ordine e preservare la sovranità in ogni parte della Repubblica”. Osmani ha invitato “tutti i cittadini, le istituzioni e le entità politiche a rimanere uniti in questo momento in cui è apertamente sfidata l’integrità territoriale, la sicurezza e la sovranità del Kosovo”. Una condanna è arrivata anche da parte dell’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell: “Condanno con la massima fermezza l’odioso attacco di una banda armata contro gli agenti di polizia del Kosovo a Banjska nel nord del Kosovo, che ha causato la morte di un agente e il ferimento di due. Tutti i fatti relativi all’attacco devono essere accertati. I responsabili devono affrontare la giustizia”.