Alle scuole elementari mi hanno fatto “una testa così” con la storia delle guerre di indipendenza, compresa la prima guerra mondiale. Ci insegnavano tutto sulla base del principio del diritto di autodeterminazione dei popoli. Oltre tutto la mia maestra di prima e seconda era una profuga dell’Istria.

Oggi, informato delle violenze dei serbi del Kosovo suoi nostri (e altri) poveri soldati e delle circostanze in cui questi fatti sono avvenuti, mi sono fatto qualche domanda.



A parte il fatto che tutti i manifestanti del mondo devono smetterla di prendersela con chi non c’entra, sono rimasto un po’ perplesso nel venire a sapere che i nostri soldati e gli altri della Nato erano lì a proteggere l’insediamento di un sindaco di etnia albanese in una cittadina abitata per la grande maggioranza da serbi. Ricordo bene, come molti di voi, lo scempio operato da nazionalisti serbi contro uomini e donne di etnia albanese a Srebrenica, ma mi domando: come è possibile che quei cittadini serbi abbiano eletto come loro sindaco un albanese?



In effetti pare proprio che il sindaco albanese sia stato eletto con una partecipazione al voto di non più del 3%, segno che la maggioranza della popolazione aveva per lo meno “qualche perplessità” sulla regolarità della consultazione. In effetti in molti Paesi di tradizione comunista il sindaco non è scelto dai cittadini, ma nominato dal governo centrale che in questo caso è di maggioranza albanese e che potrebbe avere avuto qualche “influenza” sulla regolarità delle elezioni.

Continuando a pensare anche a quello che un domani potrebbe succedere in Ucraina, non vi sembra ingiusto che i sindaci delle città nei territori contesi possano essere scelti dal governo vincente, e non dai cittadini?



Per ora noi italiani pensiamo ai “casi” nostri, magari al fatto che qualcuno di quei soldati feriti veniva dall’Alto Adige o dal Südtirol, se preferite.

Lì in base a una specie di “legge delle guarentigie” per ora i nostri tedeschi stanno buoni. Forse in attesa che qualche loro nipotino non si ricordi che nell’inno nazionale tedesco, nelle prime strofe, che non si possono più cantare, anche se non le ha scritte il Partito socialista dei lavoratori tedeschi (nazista), si diceva che i sacri confini della Germania dovrebbero arrivare fino all’Adige.

Per questo si prega di non tradurre il presente articolo nella versione tedesca del Sussidiario.

PS: ieri, al termine di un incontro a quattro con il presidente serbo Vucic e l’alto rappresentante per la politica estera europea Borrell, il presidente francese Macron e quello tedesco Scholz hanno chiesto nuove elezioni nel nord del Kosovo.

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