LE DIMISSIONI DEL MINISTRO DEGLI ESTERI UCRAINO KULEBA: CAOS GOVERNO, COSA STA SUCCEDENDO

Con le dimissioni del Ministro degli Esteri Dmytro Kuleba il Governo Zelensky piomba nel caos più completo dopo le ultime 12 ore di addii a raffica a Kiev: l’indomani del tremendo attacco missilistico della Russia contro la scuola di cadetti militari a Poltava, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva di fatto annunciato «forti cambiamenti in politica interna ed estera» prefigurando potenziali rimpasti.



Anticipandolo sul tempo, l’importante Ministro Kuleba stamane ha rassegnato le sue dimissioni presso il presidente della Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino, ndr), Ruslan Stefanchuk. È lui che ha pubblicato la foto della lettera scritta da Kuleba per il suo Governo in cui annuncia le dimissioni che ora saranno considerate nel prossimo Consiglio dei Ministri da convocare d’urgenza nelle prossime ore. Se da tempo l’esecutivo di Kiev manifestava tensioni evidenti con già diversi avvicendamenti (ricordiamo che le Elezioni non si sono tenute in Ucraina per via della guerra iniziata nel febbraio 2022 con l’invasione dei tank russi nel Donbass), dopo l’attacco di Poltava qualcosa si è “rotto” definitivamente all’interno del Governo Zelensky.



Ieri sera hanno annunciato le dimissioni il Ministro della Giustizia Denys Maliuska, quello dell’Ambiente Ruslan Strilets e il fidato consigliere di Zelensky nonché Ministro della superstizione delle armi, Oleksandr Kamyshin. Questa mattina, dopo le dimissioni di Kuleba, colpo importante a livello politico del Ministro che più di tutti ha rappresentato il volto dell’Ucraina in questi due anni di guerre (colui che aveva i contatti con gli alleati, da Biden all’Ue fino ai pochi ma comunque esistenti legami con la Cina), ecco che sono sopraggiunte altre dimissioni che paiono più un anticipo di eventuali licenziamenti da parte del Presidente.



GOVERNO ZELENSKY VERSO IL RIMPASTO: VIA KULEBA E ALTRI 5. TUTTI I CAMBIAMENTI

Lasciano il Governo d’Ucraina dunque oltre ai tre Ministri sopracitati, e al Ministro degli esteri, anche il vice ministro per l’Integrazione Europea ed Euro-Atlantica Olha Stefanishyna, il vicepremier nonché Ministro per la Reintegrazione dei Territori Temporaneamente Occupati Iryna Vereshchuk e infine anche il Ministro delle Industrie Strategiche Alexander Kamyshin. È un autentico “ammutinamento” quello in corso a Kiev in queste ore in risposta alle parole dette ieri sera da Zelensky: «ci saranno cambiamento nella direzione della politica interna ed estera». Secondo il Presidente, serve interagire maggiormente con l’intera comunità ucraina, sotto attacco in diverse regioni ormai da due anni e mezzo, specie in vista del prossimo inverno dove Kiev intende portare a termine l’offensiva in territorio russo nel Kursk.

Finora nessuno dei Ministri che si sono dimessi hanno spiegato nel dettaglio le motivazioni di tale passo indietro anche se il portavoce del partito di Zelensky, David Arakhamia, oggi su Telegram preannuncia che sarà netto il rimpasto per più del 50% dell’attuale Consiglio dei Ministri: «Come promesso, già questa settimana ci si può aspettare un grande cambiamento nel governo». Al momento, secondo quanto riporta quantomeno l’Ukrainska Pravda dopo il “Kuleba out”, il prossimo Ministro degli Esteri potrebbe essere l’attuale vice Andrei Sibiga.

In tarda mattinata è arrivata anche la dichiarazione secca del Presidente Zelensky che conferma l’intento di adottare un ampio rimpasto di Governo dopo la sfilza di dimissioni di queste ore: «Abbiamo bisogno di una nuova energia». Secondo quanto riportano diverse indiscrezioni tanto nella stampa ucraina (la Tbc Ukraine) quanto in ambienti Ue, l’ormai ex Ministro degli Esteri Kuleba potrebbe ben presto diventare ambasciatore unico per l’Ucraina a Bruxelles.  Ad aggiungere infine ulteriore “benzina” ad una situazione già incandescente non vi sarebbero solo i siluramenti/dimissioni dei Ministri, ma Zelensky è pronto a mettere fuori gioco anche il presidente di Ukrenergo, l’enorme compagnia elettrica nazionale: out Volodymyr Kudrytskyi dopo 4 anni di presidenza, si valuta nelle prossime ore chi potrebbe prendere il ruolo strategico alla guida dell’energia nazionale, specie in periodo di guerra.