Con la sua solita analisi schietta e – talvolta – più realistica di quella di molti altri suoi colleghi, Alessandro Orsini ha parlato sulle pagine del Fatto Quotidiano dalla recente invasione da parte dell’Ucraina nella regione russa di Kursk: un’incursione – ricorda lo storico – ideata “per costringere Putin a spostare truppe dal Donbass” ma che fino a questo momento “non ha dato i risultati sperati” visto che mentre l’esercito di Kiev era occupato sul territorio russo, il Cremlino ha “fatto altro che conquistare nuovi territori in Donbass“.



“Le probabilità che la sortita di Zelensky a Kursk si concluda in un nuovo disastro – continua a ragionale Orsini – sono alte”, specie se si considera che dall’invasione da parte della Russia a questa parte “il record negativo del presidente ucraino è strabiliante“. Come se non bastassero le già pessime figure fatte fino a questo momento, secondo il sociologo sembra addirittura che Zelensky abbia “avviato l’amministrazione militare dei territori occupati” senza tenere conto di una domanda fondamentale: “Come mantenerli – spiga Orsini – senza la superiorità aerea? I cieli sono russi”.



“Si è giocato il tutto per tutto” e – di fatto – “se Putin arresta l’avanzata in Donbass per spostare i soldati a Kursk è fatta”, ma di contro “se non li sposta gli ucraini dovranno parare [i missili] con le mani” dato che certamente “i Patriot e i Samp-T in quella terra avrebbero vita breve [e] il primo missile lanciato (..) sarebbe quasi certamente l’ultimo”.

Alessandro Orsini: “L’Ucraina senza soldi e soldati non può vincere a Kursk”

Insomma – per dirla in altre parole -, secondo Orsini “se l’esercito ucraino non ha mai vinto una battaglia contro i russi dal 24 febbraio 2022 ad oggi, quando era nel pieno delle forze” è chiaro che non ci si può aspettare nessun esito “vittorioso” dall’invasione di “Kursk, dopo essersi indebolito impressionantemente“. Un timore (o forse una certezza) che potrebbe causare il rovesciamento dello stesso governo di Zelensky dopo la più grande e costosa disfatta in più di due anni e mezzo di conflitto, “costruita sui 75,1 miliardi di dollari sborsati da Biden”  e sui “110,2 miliardi dell’Ue e di altri Paesi europei”.



Una cifra – continua Orsini – “da capogiro [che] rischia di essere bruciata in una mano a poker” visto che “il bluff richiede che le carte siano ignote ai giocatori” e in ogni parte del mondo chiunque sa perfettamente quali sono “le carte di Putin e Zelensky. La Russia ha i soldati per aprire nuovi fronti e l’Ucraina no. L’organico delle forze armate russe consta di (..) almeno 1.320.000 militari [mentre] l’Ucraina sta finendo i soldati e molti Paesi dell’Unione Europea stanno finendo i soldi”.