28 anni fa la morte di Kurt Cobain. Era l’8 aprile del 1994 quando una radio di Seattle annunciò la notizia del ritrovamento del corpo senza vita del cantante, che come stabilirà l’autopsia era morto tre giorni prima, iniettandosi nelle vene una dose di eroina e poi sparandosi un colpo di fucile alla testa. Una notizia che scosse tutto il mondo, soprattutto i fan del rock, che vedevano in Kurt un vero e proprio idolo. Il cantante dei Nirvana nell’ultimo mese si era più volte reso protagonista di gesti disperati, cercando di porre fine alla propria vita. Soltanto per caso era riuscito a sopravvivere.



Già a Roma, un mese esatto prima, in una suite dell’Hotel Excelsior di via Veneto dove era in vacanza con la moglie Courtney Love e la figlia Frances Bean, aveva tentato il suicidio, ingerendo sessanta pasticche di sedativo, il Roipnol. Il cantante era crollato a terra privo di sensi ed era stato trasportato d’urgenza al Policlinico. I medici avevano applicato una lavanda gastrica che aveva permesso al leader dei Nirvana di sopravvivere, nonostante le venti ore in coma.



Kurt Cobain, le teorie dopo la morte

Rientrato poi a Seattle, il nuovo tentativo di suicidio. Il 18 marzo Kurt Cobain si era chiuso a chiave nella sua stanza insieme a 4 armi – fucili e pistole – e 25 scatole di munizioni. La moglie, intuite le intenzioni, aveva chiamato la polizia. Il 30 marzo era stato poi ricoverato in una clinica di riabilitazione di Los Angeles, dalla quale però era riuscito a fuggire due giorni dopo, tornando nella sua villetta di Seattle. Proprio lì, a 27 anni, il cantante si era tolto la vita, presumibilmente il 5 aprile. Nella mansarda a Seattle, tre giorni dopo, venne ritrovato il corpo senza vita da un tecnico accorso per un controllo di routine sul sistema di allarme della villetta.



In seguito alla sua morte, non sono mancate le voci “complottiste”: una delle tesi più accreditate vedeva la moglie, Courtney Love, come la mandante dell’omicidio. Tra i sostenitori della tesi anche il padre di Love, Hank Harrison, che parlava della figlia come “vendicativa e malvagia”.