Clamoroso agli Internazionali d’Italia 2019: mentre siamo impegnati a seguire le sorti degli italiani a Roma, l’australiano Nick Kyrgios (come si vede dal video) si rende protagonista di un gesto irrazionale e folle costatogli la squalifica, la sconfitta (ovviamente) nel match contro Casper Ruud e adesso potrebbe fargli arrivare una multa salatissima. L’episodio è avvenuto sul campo numero 3 al Foro Italico: dopo aver perso il game (al servizio) ma sul punteggio di un set pari (3-6 7-6) e 1-2 nel terzo parziale, Kyrgios ha scagliato violentemente la racchetta a terra e poi, tutto nel giro di cinque secondi, ha tirato un calcio ad una bottiglietta d’acqua e, non contento, ha preso una sedia e l’ha tirata direttamente in campo. Subito dopo, con una calma quasi olimpica visto l’accaduto, ha raccolto le sue cose, preso il borsone, stretto la mano ad arbitro e avversario e ha semplicemente deciso di abbandonare la partita. Che dunque è stata vinta da un incredulo Ruud – che guadagna il pass per gli ottavi, contro Juan Martin Del Potro – e ci lascia nuovamente con la grande domanda su che tipo di giocatore sarebbe Kyrgios senza questo tipo di intemperanze. Un quesito probabilmente destinato a rimanere senza risposta: il pacchetto completo dell’australiano è questo, come lo era il McEnroe che spaccava racchette e insultava arbitri e giudici di linea (epocale il “you cannot be serious”, che è anche il titolo della sua autobiografia) o gente come Jimmy Connors (che fece un gesto osceno alla presenza di un capo di stato) e Ilie Nastase, per i quali il tennis è sempre stato innanzitutto uno spettacolo nel quale divertire e divertirsi. Riassumendo: non è detto che il Kyrgios pacato e ossequioso sarebbe quello dei colpi in mezzo alle gambe e il talento sprezzante, per cui prendere o lasciare. Fino a un certo punto però…



KYRGIOS, FOLLIA AGLI INTERNAZIONALI D’ITALIA

La gente che conosce Nick Kyrgios sostiene che fuori dal campo sia un ragazzo d’oro: del resto il rapporto che ha costruito con Andy Murray (al quale si sente legato come una sorta di fratello minore) o Frances Tiafoe (il contrario, se vogliamo) è testimoniato da alcuni bei post via social, per esempio quello in occasione dell’annuncio del ritiro da parte dello scozzese. Il problema è un altro: il Kyrgios tennista è un personaggio del tutto diverso, anche dai grandi campioni del passato già citati. Perchè spesso e volentieri loro erano animati da una grande competitività e utilizzavano certi espedienti per irretire l’avversario ed entrare loro stessi in ritmo, mentre l’australiano di origine greca rientra in un’altra categoria: quella magari del suo connazionale Bernard Tomic, che tempo fa aveva scioccato tutti sostenendo di giocare con molta poca passione e mero interesse per eventuali guadagni di un certo tipo. Ecco, Kyrgios fa parte se vogliamo di quel mondo: in campo, lo si vede spesso, gioca come se si trovasse nel giardino di casa, tra tweener e atteggiamento da dopo lavoro, pare non prendere troppo sul serio se stesso e il contesto che lo circonda e non è nuovo a momenti di tensione con alcuni avversari. Da Rafa Nadal – recente – a Stan Wawrinka – al quale disse, sentito o meno, di avventure della di lui fidanzata Donna Vekic con un altro collega (nello specifico Thanasi Kokkinakis). Rafa fece sapere al mondo il suo pensiero (poco positivo) su Kyrgios, l’altra vicenda fu più o meno seppellita dopo dichiarazioni stile “sono deluso/delusa” e “non avrebbe dovuto”. Resta invece il fatto che Nick Kyrgios raramente abbia dimostrato di poter far emergere il campione dentro di lui; lo dimostra una carriera Atp mai decollata, lo dimostra il fatto che, al netto di insulti e sceneggiate, McEnroe e gli altri qualche Slam lo vincevano anche.



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