Bisogna che qualcuno spieghi all’arbitro Guida che quando, da bambino, giocava all’Oratorio agli indiani se i suoi compagni lo chiamavano “occhio di falco” non era per la sua eccezionale vista: lo prendevano per i fondelli! La Roma è forte, gioca bene, ha un grande Totti ma anche una adeguata dose di fortuna che serve per potersi sedere al tavolo, con Juventus e Napoli,e giocarsi lo scudetto. Sabato ha giocato in modo perfetto:difesa e contropiede (quello che ora chiamano ripartenza).
L’Inter ha peccato nell’essere precipitosa cercando l’immediato pareggio dopo la cavolata di Ranocchia che ha permesso a Totti, il miglior calciatore italiano degli ultimi vent’anni, di portare in vantaggio la “Maggica”. Certo Viola (l’indimenticato presidente della Roma anni 70, non quella della fiction “Un posto al sole”) aveva ragione: le partite si vincono o perdono per questione di centimetri;sono quelli che hanno differenziato Roma e Inter, il tiro di Guarin ha divelto il palo della porta romana,Guida ha regalato un rigore alla Roma con un omaggio che, normalmente, è riservato solo alla Juventus. Forse la Roma avrebbe vinto ugualmente, però lasciamo qualche piccolo dubbio.
Il Napoli ha travolto un Livorno brava ma con troppa inesperienza per la serie A, lotterà per non precipitare al terzultimo posto. All’ultimo e al penultimo, per il momento, ci tengono troppo Sassuolo, Bologna e Chievo che se li vogliono disputare fra loro, il Livorno con le genovesi devono porre attenzione a non invidiarle.
Nel frattempo abbiamo capito quanto si assomiglino il Milan di Champions e il suo Presidente:entrambi segnano nei supplementari!
A fronte di una presa di posizione decisa da parte di un folto gruppo di politici veri del centrodestra che si sono resi conto della necessità di privilegiare, a costo di perdere i vantaggi di posizione da loro detenuti, gli interessi della gente, anche il Cavaliere, a tempo quasi scaduto, ha deciso di sospendere ogni tentativo di vietare al Paese la possibilità di essere governato nella difficile prospettiva di uscire da questa tremenda situazione economica e sociale.
I politici debbono ritornare a parlare con la gente e saper trarre sintesi, i leader non si inventano dall’alto ma devono qualificarsi e legittimarsi nel confronto con tutti delle proprie proposte.
Abbiamo bisogno di lavoro e questo non lo si crea per legge ma operando affinché normative intelligenti, e spesso a costo zero, permettano alle aziende di rimanere, anzi, aumentare la propria competitività.
E allora forza: detassiamo gli utili reinvestiti, abbattiamo imposte odiose come l’Irap sul lavoro per le aziende che esportano, permettiamo, favorendolo, l’ingresso di nuove tecnologie nei nostri stabilimenti, rendiamo disponibili salari migliori a chi lavora per non abbattere i consumi!
E poi prendiamo atto che, nell’Italia ove il tessuto è, quasi totalmente, composto da piccole e medie imprese gli interessi di imprenditori, lavoratori e famiglie non divergono ma sono gli stessi.
È come nel campionato di calcio: è bello per la pluralità delle squadre che lottano ma tutte con l’interesse fondamentale di dare uno spettacolo che attiri spettatori e faccia divertire,se così non fosse di cosa saremmo a discutere?
La Juventus, con un poco di fatica iniziale ha infilzato un Milan che, senza Balotelli, è da centro classifica. Non ho capito chi siano i grandi nemici, che Conte deve aver visto in sogno, coalizzati contro la Gobba. Conte parla di calcio come se stesse risolvendo i problemi del pianeta, ma dai! Così facendo sembra il Mourinho dei poveri, non ne ha nè l’originalità nè il fisico. Oramai la lotta allo scudetto,come previsto, si sta riducendo a Juve, Napoli e Roma;le altre giocano per gli altri posti di Coppa.
Niente contro la Juve ma, se ci fosse una certa alternanza nelle vittorie degli scudetti, non mi spiacerebbe assolutamente.