Ci sono momenti in cui scrivere di calcio non riesce a toglierti l’amarezza che alcune constatazioni, su argomenti più importanti, ti gettano addosso. È possibile che in un momento così difficile per l’economia del Paese si deve prendere atto che nessuno si renda conto della necessità di soprassedere ad interessi di parte, al proprio particolare, ammesso che si sia capaci di comprendere cosa sia meglio per la propria parte e non si sia incapaci di intuire anche quello, e sia pronto a confrontarsi con gli avversari politici al fine di pedalare assieme (lo facevano anche Don Camillo e Peppone) per compiere un pezzo di strada a vantaggio della gente, del proprio Paese e con ciò anche di se stessi? In Italia no! Non c’è uno Statista, con la maiuscola, che sappia sacrificarsi per il bene comune. Dove è un Kohl che, senza troppi calcoli sul rischio personale, unisce le due Germanie pareggiando il cambio delle due monete? Dove è un Sadat che senza sapere come verrà accolto prende l’aereo e si reca dai suoi nemici storici israeliani? Possibile che nessuno vuol essere ricordato sui libri di storia per il bene fatto alla sua Patria magari anche a costo di sacrifici personali? Io non ne vedo! E allora guardiamo le partite del nostro campionato. Tutto, si era già intuito nel turno infrasettimanale, è tornato nella normalità: la Juve ha vinto il derby di Torino con una rete in fuorigioco, il Milan, pur faticando, non si è lasciato scappare l’occasione di salvare Allegri battendo una deludente Samp, il Napoli, con Pandev finalmente in giornata, ha dominato il Genoa. Comincia a dare segno di vita il Sassuolo, in svantaggio di due reti con la Lazio, trascinato da Schelotto, ha conquistato il secondo punto in serie A. L’Inter è ritornata se stessa. Stavolta, anche per demerito di Mazzarri che non ha voluto inserire un centrocampista in più quando è passato in vantaggio, ha buttato una vittoria sicura con un Cagliari volitivo ma niente più. Ho l’impressione che Juve e Milan si siano molto allenate sul fondo per prepararsi allo sprint primaverile in campionato e in Coppa mentre Inter, Roma e Fiorentina, non avendo grandi interessi extra campionato, si siano preparate con maggiore agilità. A metà strada il Napoli, Benitez non è abituato a lasciare nulla di intentato, tenterà di avvantaggiarsi e resistere in primavera, mi auguro ce la faccia (sempre che l’Inter non ritorni ad essere quella delle prime cinque giornate). Oggi qualche giustificazione per non aver vinto i Bauscia ce l’hanno: se giochi la sera del giovedì con una grande è difficile essere brillante dopo solo cinquanta ore. Chi dice il contrario non capisce niente di calcio, anche solo sei ore in più significano una importante rifinitura finale. Ho seguito un po’ i cabaret televisivi sulle diverse reti della domenica pomeriggio: c’è gente che lancia simpatiche polemiche e sfottò sorridendo e capendo (specialmente in questo momento) che si sta parlando di calcio e divertimento, altri discutono di tattica, ripartenze e schemi come se stessero parlando di problematiche vitali e essenziali per la vita del pianeta. Si rendono conto di cosa dicono e che, spesso, si rendono ridicoli? Su ragazzi, prendiamo il calcio per quello che è e, finché possiamo, divertiamoci altrimenti, come diceva il simpatico Scoglio, i nostri ragionamenti andranno considerati “ad minchiam”.