Il campionato, al termine del girone di andata, è oramai chiuso. La Juventus lo vincerà per manifesta inferiorità degli avversari, Roma e Napoli lotteranno per il secondo posto, Inter e Milan per la supremazia cittadina. Per ora la meno “indietro” è l’Inter, ma si vedrà alla fine. Anche per la retrocessione due squadre sono, a mio parere, già certe: Catania e Livorno. Per rimanere nella massima serie dovrebbero, nel ritorno fare il doppio dei punti fatti fino ad ora; chi ci può credere? Obiettivamente il gioco espresso da tutte le squadre è all’altezza del campionato svizzero, infatti, ora, da noi, divengono campioni anche i giapponesi, vi immaginate dieci anni fa? Ma in Italia se non ci svegliamo, se continuiamo a piangerci addosso anziché darci da fare, se invece di individuare le reali necessità della gente: lavoro e rilancio dei corretti valori, proponiamo ogni giorno finti e fuorvianti problemi che non sono certo prioritari: legge elettorale, ius soli, matrimoni gay, siamo destinati a regredire in tutti i campi e divenire, come il nostro campionato di calcio: una nazione allo sbando e da serie B. Di Francesco rischia di essere il primo allenatore nella storia calcistica ad essere licenziato per avere vinto. Caspita, ha battuto e gettato nello sconforto la squadra del suo presidente! Ma dai Presidente Squinzi è solo un gioco, Di Francesco, il prossimo mese, vincerà a San Siro contro l’Inter (toccatina scusate) e vendicherà il Milan e i sette goal dell’andata. Comunque grande Sassuolo! Spiace per Allegri, era così buono nei derby. Ora con BB incavolata tutto si farà più difficile per la beneamata. Per quanto riguarda l’Inter dobbiamo, prima di un’analisi sintetica della partita con il Chievo, porci alcune domande su Thohir:

A. ha capito l’importanza del calcio in Italia come “fatto” sociale?

B. ha capito la centralità di Milano rispetto all’economia e alla cultura del nostro Paese e dell’intera Europa?

C. ha capito cosa rappresenta l’Internazionale F.C. per il calcio nazionale e per la Città di Milano?

Al momento non risponderei con un “si” deciso alle tre questioni. Forse gli andranno rispiegate perché se da una parte il suo ragionamento in materia di congruità economica e ritorno degli investimenti è importante, dall’altra deve comprendere che, essendo queste problematiche economiche risolvibili nel medio periodo, l’Inter, la Sua città e i suoi tifosi hanno bisogno anche di attività tangibile (investimento in giocatori) che permetta ai nerazzurri di essere “subito” competitivi. Se per comprare un giocatore, non a caso ma che serva, bisogna vendere i pezzi migliori, allora non c’era la necessità di un ricco indonesiano, potevamo trovare presidenti in tutto il mondo. Thohir ha già fatto, o sta facendo, uno sforzo per diminuire i debiti di bilancio ma deve assolutamente fare un intervento personale per portare, già in questo gennaio, un top-player all’Inter: auguri! Inoltre non si può gestire la società come se fosse un club Rotary o Lions; deve nominare un amministratore delegato che rappresenti la società operativamente e nei confronti della squadra, dei tifosi e dei media, un riferimento preciso per tutti. Clamoroso al Meazza: mai vista una partita così indecente, roba da far pagare il biglietto ai ventidue in campo. Il Chievo è giustificato, lotta per non retrocedere, ha segnato, si è chiuso in difesa e si è portato a casa il suo punticino. Ma l’Inter?

Secondo Mazzarri avrebbe dovuto distruggere l’avversario, ma quando mai; come puoi vincere se passi tutto il secondo tempo a girovagare per il campo e non fai un tiro in porta? Scaduti, rispetto alle prime uscite, Cambiasso e Alvarez, senza Guarin, unico ad avere il coraggio di tirare da fuori, la squadra è scesa al livello di lotta per il sedicesimo posto (subito prima del Milan). Non possiamo poi tacere degli arbitri. Quello che, alla sua età, si diverte a correre lungo la linea che delimita il campo con in mano una bandierina, lo giustifichiamo per non aver visto Nagatomo in posizione più che corretta quando ha segnato la rete che avrebbe dato la vittoria alla prima squadra di Milano: se fosse sveglio non passerebbe i lunedì sera a Milano sotto l’acqua ad alzare e abbassare la bandierina. Ma Tommasi, l’arbitro no, non è giustificabile. Nell’intervallo gli avranno spiegato l’errore cui lo ha indotto lo sbandieratore, e allora, se all’ultimo istante dell’incontro vedi un difensore del Chievo che, in piena area, abbatte Botta, deve fischiare il rigore e non farsela sotto e nascondere il fischietto! E’ un arbitro alle prime armi, sarà meglio siano le ultime.