Il buon samaritano duemila anni fa percorreva la strada da Gerusalemme a Gerico con il suo cavallo e la tunica; ora va da Milano a Parma con la maglietta nerazzurra (più nera che azzurra) e si porta al seguito una ventina di strani personaggi che, ogni settimana, turnando fra loro, rincorrono un oggetto di plastica gonfiata non prendendolo quasi mai perché ci sono altri soggetti che non lo fanno loro toccare. Il sui nome è Walter (un nome che ricorda un altro perdente: Veltroni) e, ad ogni incontro (così si dice) regala subito un uomo agli avversari, certo Obi e se possibile anche un altro detto Kuzmanovic. Si capisce che con uomini in meno e con gli altri a cui nessuno ha spiegato cosa devono fare è troppo facile per il samaritano salvare chiunque incontri. Già due volte ha salvato allenatori avversari cui era stata praticamente tolta la panchina da sotto le chiappe, prima Zeman e ora Donadoni.

Come è possibile non capire che se c’è un giocatore al mondo che non può fare su e giù per la fascia destra questi è Obi. Il nigeriano è un mediocre centrocampista che usa il piede destro solo per reggersi in piedi, si può pensare che possa andare a fondo campo e crossare? Nessuno poi lo ha mai visto convergere al centro e tentare il tiro a rete, e allora perché da tre partite parte titolare? Kuzmanovic gioca con una velocità che potrei superare anch’io. Se poi in difesa piazzi Ranocchia che al posto dei piedi ha dei ferri da stiro e Vidic, calciatore dal grande passato e senza futuro, cui aggiungi Palacio, che da quando ha sbagliato il tiro che per l’Argentina sarebbe valso il titolo mondiale ha il terrore di segnare, allora non fingi, lo sei!

Basta, Thohir deve svegliarsi o i bauscia lotteranno per non retrocedere; Zenga in panchina e Mazzarri in vacanza a San Vincenzo (non è un brutto posto). La squadra è male assortita, con qualche infortunato e un livello di rosa scarso in numero e qualità. Però se giocasse con indicazioni chiare e motivata, magari inserendo giovani come Camara che a Parma in tre minuti ha fatto più di Obi in un ora, per il terzo posto potrebbe lottare, ma oramai si capisce senza tema di smentita: i giocatori non credono più nell’allenatore. E allora forza con un interista collaudato e sicuro motivatore, più si aspetta e più si rischia.

Il Napoli ha dominato una Roma velleitaria che, trovatasi subito sotto di un goal, ha pensato di arrivare al pareggio per diritto divino. Se non corri anche una squadra di minor tasso tecnico ti può distruggere, vedasi la Fiorentina a Genova con la Samp e anche la stessa gobba che se ad Empoli non trova, dopo un’ora, una fortunosa punizione di Pirlo, col cavolo che vince. Il Genoa sta risalendo rapidamente la classifica, mentre Chievo e Sassuolo si sono assegnate un punticino ciascuno che serve a poco. Il Sassuolo è una squadra simpatica a tutti, di proprietà del presidente Squinzi che rosica perché…

…l’unica squadra che vorrebbe battere, l’Inter, ad ogni incontro gli riserva caterve di reti. Spero sua più fortunato negli incontri con Renzi e riesca a fargli capire che, senza sostegni, non si possono promuovere le nostre imprese sui mercati internazionali, non è pensabile il rinnovo del l’arco macchine da produzione introducendo tecnologia, non si può fare innovazione. Le nostre imprese sono familiari e le famiglie imprenditoriali, data la lunghezza della crisi in atto, non possono più investire da sole, ci vuole l’intervento sussidiario dello stato.

“Milan cunt el cor in man” dice un antico proverbio milanese. Cavoli, ma senza esagerare! A due settimane dal derby della Madonnina ci stiamo preparando ad assistere ad un incontro fra poveri. In questa giornata, esclusa la solita gobba, hanno perso tutte le favorite; ciò fa capire quanto sia livellata verso il basso la situazione del nostro campionato. Il Milan fa girare la palla (singolare) un poco più veloce dell’Inter ma il centrocampo dei casciavid non copre per niente la difesa che subisce reti inimmaginabili. Torres è da noi per svernare e Pazzini viene difeso solo dalla moglie (è una buona cosa perché solitamente le mogli ti danno contro). Insomma, il campionato delle milanesi è in perfetta linea con quanto si merita chi, cicaleggiando per anni, ha ridotto alla fine le squadre ad un raggruppamento di cosiddetti giocatori, alcuni di nome, altri che pensano di saper fare, ma tutti con un grande futuro alle…spalle.