Uno a uno fra la prima squadra di Roma e la seconda di Milano. Serve solo ai due allenatori per non perdere la panchina. Si sono divisi tutto: risultato, un tempo ciascuno e il numero dei parenti obbligati ad entrare nello stadio per poter dire che c’era qualche spettatore. La Maggica, ancora una volta, è partita a razzo, e nella prima mezz’ora poteva chiudere l’incontro; poi, come abitudine degli ultimi due mesi, si è sfaldata.

Il Milan ha preso il sopravvento e, se fosse una squadra meglio assemblata anziché giocare ciascuno per sè, avrebbe tranquillamente vinto. Oramai ai casciavid, per salvare la stagione, sono rimaste due opportunità: la coppa Tim (per arrivare alla finale dovrà superare i difficili scogli di Carpi, Alessandria o Spezia) e vincere il derby per rompere le palle ai bauscia. Diversa la storia della Viola. Credo abbia fatto il massimo che potesse; anzi, forse di più. Contro la Lazio è parsa in balia dell’avversario, si è visto che non ha panchina e quando mancano un paio di titolari non regge al confronto con Juve, Napoli e neanche Inter. L’Inter alla fine deve dire grazie a san Samir che ha evitato due reti che parevano già fatte, altrimenti sarebbe andata sotto senza aspettare il rigore.

Troppo superiore il centrocampo emiliano rispetto a quello milanese; c’è da dire che Consigli è parso avere un conto personale con Ljajic, almeno quattro palle parevano già in rete ma il portierone sassuolese le ha deviate come neanche Yashin (formidabile portiere sovietico del XX secolo) sarebbe riuscito a fare. Certo che con Kondogbia i nerazzurri hanno giocato in dieci: vale tanto quanto Duncan, soltanto che questi era del vivaio interista e costava zero euro. Mi sa che si è comperato un gregario al prezzo di un campione. Ora, povera Inter, non ha avuto nemmeno la soddisfazione del titolo invernale, lo scudetto dei poveri. Sarà contento il Presidente Squinzi che è riuscito a “fottere” la Beneamata, come milanista è la sua unica soddisfazione.

Che l’Inter non fosse da scudetto penso tutti lo sospettassero; però, nelle ultime partite casalinghe, pare ritornata quella, in termini di sfiga, dello scorso anno. Due sconfitte su rigore, inutilmente fatti, nel recupero dopo aver sbagliato tre reti nei primi dieci minuti dell’incontro, indicano un’incapacità ad essere cattivi e, senza la giusta cattiveria, on si vince. Si dirà che però i nerazzurri non hanno giocato male; è vero, ma con le lodi non si combina niente, bisogna mettere la palla nella rete avversaria.

C’e’un vecchio proverbio che sancisce: meglio giocare male e vincere che giocare bene e perdere, personalmente lo condivido.  A meno che i bauscia abbiano voluto fare i grandi e partire per il ritorno alla pari con la Juve per dare maggiore suspence al campionato… Saranno contenti i gufi anti interisti, Thohir deve chiedere a Renzi come operare per sconfiggerli. Comunque manca un solo punto per la prevedibile quota salvezza per cui è certo che l’Inter rimarrà l’unica squadra mai stata in serie B. Dove ha trovato il Frosinone questo nuovo portiere? Forse Stellone lo ha conosciuto dal parrucchiere visto che hanno la medesima pettinatura.

Ciò non toglie che il Napoli ha meritato di vincere, e ci sarebbe riuscito anche senza l’aiuto dell’estremo difensore avversario. Giustamente si è accaparrata il titolo di campione d’inverno, auguri. Finché Higuain regge è la squadra più forte e poi non vorremmo la monotonia degli ultimi anni con i gobbi che vincono tutto, forza Vesuvio. Non era certo la Sampdoria a poter fermare la Juve. I genovesi, subito all’inizio, sono stati schiacciati nella loro metà campo e riuscivano ad uscirne solo sui lunghi lanci di Viviano. Solo Cassano pareva non avere soggezione delle gobbentruppen; i bianconeri sono passati in vantaggio su un bel gesto tecnico di Pogba concluso con una svirgolata che ha sorpreso il portiere sampdoriano.

Alla fine la Samp ha perso solo 2-1; l’Inter ha molti 1-0 ma la Juve diverse vittorie di misura. Mentre Inter e Napoli sarebbero soddisfatte se a maggio le posizioni di classifica ricalcassero la situazione attuale, mostra di non esserlo la Juve che, raggiunti i nerazzurri, pare pronta a voler sbranare i partenopei. Sarà un girone di ritorno che parte con sei squadre in testa racchiuse in dieci punti, non contando che il Sassuolo ha un incontro da ricuperare, se lo vincesse il gruppo si muoverebbe in sette punti. Potrebbe essere un campionato aperto ed entusiasmante se gli juventini rimarranno tranquilli e, educatamente, aspetteranno le altre squadre. Per la coda penso sia tutto deciso: Verona, Carpi e Frosinone non paiono capaci di particolari imprese per cui saranno importanti protagoniste del prossimo campionato, ma nella serie cadetta.