Giorno della Liberazione: approfittiamone per liberarci dalla noia di questo campionato di calcio che, se non retrocederà il Palermo, non avrà portato alcuna sorpresa. La classifica rappresenta pienamente il valore del combinato squadra / società: la Juve è la più forte (o la meno mediocre) e vince lo scudetto. Ha alle spalle una società fortissima che mette in soggezione, in Italia, chiunque; spesso, come a Firenze, riceve regali inutili che, se fossi gobbo, mi farebbero incavolare.
Vinco anche senza, perché devi sminuire la mia prestazione negando rete e rigore alla Viola? Il Napoli ha avuto paura di vincere. Ha gettato tutto buttando al vento una possibile vittoria del campionato quando a Torino non ha abbattuto una Juve, in quella giornata, molto più debole dei partenopei. La Maggica non ha saputo sfruttare il fatto di avere una rosa di giocatori molto ben congegnata; purtroppo per lei i migliori – allenatore compreso – sono arrivati a Gennaio.
L’Inter ha fatto quello che poteva: avesse avuto un centrocampista esperto, Pirlo o Valdifiori anche solo da Gennaio, non avrebbe buttato al vento un possibile secondo posto. Forse Mancini aveva affidato a Melo la funzione dell’allenatore in campo e del carismatico; tutto, in campo bauscia, ha funzionato finché, contro la Lazio, Melo ha mostrato i propri limiti nel contenersi con ciò perdendo la stima dello spogliatoio. La Fiorentina al di là del bel gioco – spesso fine a se stesso – non è mai andata.
I casciavid di più non potevano: la rosa appare di secondo livello, la società non dà l’impressione di avere le idee chiare, è giusto stia lottando con il Sassuolo per lo strapuntino sul pullman per l’Europa. Analizzando la tre giorni calcistica dobbiamo evidenziare: per la prima volta l’Inter è riuscita a vincere un incontro casalingo dopo essere stata in svantaggio; la Juve, seppur con i soliti errori arbitrali a suo vantaggio, ha battuto la Fiorentina che, pur di perdere, ha fallito un rigore allo scadere dell’incontro; il Frosinone ha buttato la possibilità di non retrocedere; il Milan è in piena involuzione e crisi, richiamino Sinisa; il Carpi, giocando con il cuore, potrebbe salvarsi.
E’ un po’ sulle ginocchia ma non è che le altre girino a mille. Bella la partita di San Siro: l’Udinese ha mostrato di essere in un grande momento di forma e di saper tener testa ad un Inter che, ora che girano Icardi, Kondo, Brozovic e JoJo, appare uno squadrone e semina rimpianti per cosa avrebbe potuto essere. All’inizio dell’incontro non c’era alcun calciatore italiano in campo: e allora? Significa solo che, da parte dei giocatori stranieri nella rosa delle due società, c’è stato un maggior impegno durante gli allenamenti e che ciò ha portato a una maggiore affidabilità in campo. Il calcio è spettacolo e le società aziende che sullo spettacolo prosperano: chi sa operare meglio va premiato ovunque sia nato, altrimenti dove starebbe la meritocrazia?
Bene anche la gara di Firenze. Una squadra ha giocato un bel calcio, l’altra è apparsa concentrata, cinica e fortunata. Chi poteva vincere se non la seconda e cioè la Juve? I gobbi sono come la Germania nelle competizioni internazionali: il Brasile dà spettacolo, l’Olanda pure, la Germania vince. A Roma lo scontro fra giallorossi e azzurri ci ha un poco riconciliati con il calcio. Entrambe le squadre hanno cercato di prevalere sull’avversaria; primo tempo con maggior possesso palla dei romani e con un paio di buone occasioni per Higuain.
Poi nella ripresa, quando i partenopei parevano controllare la partita, è successo come contro la Juve: azione prolungata della Maggica e angolino centrato da Nainggolan. Ora i ciucciarielli rischiano il secondo posto e si accomodano a vedere la gobbenfest per il quinto scudetto consecutivo. Bella partenza del Milan sbarcato a Verona per spezzare le reni, maramaldeggiando, al già retrocesso Hellas: tiro da fuori area di Honda, papera di Gollini che butta la palla fra i piedi di Menez, partito in netto fuorigioco. Il francese non può esimersi dal metterla in rete: ma gli arbitri dove erano? Non è che essendo in sei, cioè troppi, si impallino l’un l’altro?
Poi gioco blando da parte di entrambe con un Verona più volitivo, e che infatti, raggiunta la parità, ha insistito fino a trovare una giusta vittoria. E’ parsa una partita primaverile fra scapoli e ammogliati. Che il Milan si stia riposando per la finale di Coppa Italia? Lo auguro ai casciavid altrimenti sarà dura anche per la prossima stagione, ci sono almeno sette/otto giocatori non da squadre milanesi.
Spettacolare, come sempre, la Valsesia assolata ove il Presidente Mattarella ha voluto presenziare alla celebrazione del XXV aprile. Splendido il teatro di Varallo. Grande folla e parole di conciliazione dei relatori in una giornata nella quale le istituzioni debbono insegnare al Paese la necessità di fare squadra se si vuole avere, nel mondo, il ruolo decisivo che compete a una grande Nazione come la nostra.