In questi caldi fine settimana, ultimi strascichi di un’estate che va fuggendo, il campionato di calcio, oramai sempre più frazionato in diversi giorni, è uno dei pochi elementi che permettono di non deprimersi. Non lo è la politica per la quale oramai stancamente ci si trascina fra la confusione della giunta romana e la ribellione dalemiana a una rottamazione che pare non si riesca a realizzare, non lo è l’economia con i monotoni segnali contrastanti dell’Istat, che indicano miglioramenti o peggioramento sempre più somiglianti a prefissi telefonici, e paiono emessi solo per giustificare la propria esistenza. Diventano importanti ed eccitanti due fondamentali passaggi.

Il governo sta affrontando seriamente la problematica relativa alla competitività delle nostre imprese favorendo l’ammodernamento dei mezzi di produzione che, oltretutto, dal prossimo 4 all’8 ottobre, faranno ottima mostra delle loro potenzialità durante la 30a BIMU in Fiera di Milano; il campionato di calcio, dopo la parentesi dedicata alla nazionale, ha ripreso a propinare certezze e illusioni. Certezze legate alla serietà del Sassuolo sempre grande: quando vince lo fa in modo netto, ma quando perde è di una forza insuperabile.

Tutti ricordano la doppia sconfitta degli squinziani contro l’Inter per 7 a 0; bene, contro la Gobba ha rischiato di fare peggio. Dopo dieci minuti, un tempo appena superiore alla durata degli assessori a Roma, Higuain li aveva già beffati due volte; in seguito li ha legnati Pjanic. Poi si è solo potuta ammirare la pietà dei bianconeri che si sono risparmiati per la Champions, altrimenti a Consigli nessuno avrebbe tolto il mal di schiena. Certo agli emiliani mancava il miglior giocatore, Berardi, però la Juve li ha domati con troppa facilità. Ma, lo sappiamo, i Gobbi fanno corsa a parte.

Tanti saluti a De Zerbi, allenatore esordiente in serie A: con Zamparini la festa appena cominciata è già finita, mi sa che ritorna Ballardini. Il Palermo ha tenuto per un tempo, poi Hamsik ha scoperto il vaso di Pandora e sono venute allo scoperto tutte le difficoltà dei siculi. I rosanero paiono una squadra di dopolavoristi che a San Siro ha tenuto solo per la dabbenaggine di De Boer il quale ,non conoscendo ancora bene i giocatori bauscia, ha ritenuto Medel un grande goleador. Non sono solo i giocatori che mancano al Palermo, manca tutto: hanno costruito un fortino nel primo tempo che non poteva certo arrivare fino al termine. Al primo assalto veramente incazzoso dei partenopei per il Palermo è scesa la notte più nera.

Giusta la vittoria della Maggica sulla Samp: nel secondo tempo ha creato almeno cinque occasioni da goal Però se quello che gli è stato assegnato, all’ultimo secondo, è rigore allora io sono Belen. Bella la sceneggiatura con Totti che va sul dischetto, segna e poi si concede all’applauso dei tifosi; se serve allo spettacolo allora bene così. Ma va bene al festival del cinema, non in campionato.

Non raccoglie nulla il Milan. I casciavid corrono, girano come trottole, ma con zero costrutto Sono ,senza dubbio, una squadra mediocre e, se non ci sono campioni ,non c’è allenatore che tenga. Spiace che per un temporale estivo si sia dovuto sospendere l’incontro di Genova: in Italia, grande potenza calcistica, è possibile esistano campi che non drenano? Cosa hanno fatto allo stadio di Marassi che, fino a qualche tempo fa, pareva il migliore d’Italia?

Pescara-Inter, che dire? Un avvio nerazzurro di grande speranza, poi gli adriatici hanno fatto valere la loro velocità e i bauscia hanno rischiato.  La squadra milanese e ‘questa: Joao Mario, pur mostrando che i numeri li ha, è parso ancora avulso dal gioco e Banega dà l’impressione del voglio ma non posso. Per il gioco mostrato l’Inter nel primo tempo un golletto lo avrebbe meritato ma, bisogna prendere atto ,i pescaresi hanno avuto l’occasione più nitida beccando la traversa. Qualche sussulto di Candreva e buona prestazione di Santon. Poi via al secondo tempo, l’Inter macina gioco, crea occasioni ma, alla prima ripartenza del Pescara, si fa uccellare come è nel costume della squadra in questo campionato.

Se si pensa che la prossima settimana scenderà a San Siro la Juve… altro che pensare alla Champions, la Benamata dà l’impressione della squadra presuntuosa, cui il goal spetta non per il gioco ma per diritto. Il Pescara ha alzato la maginot ma senza rinunciare a controllare l’incontro; Perisic inguardabile ,Murillo un pollo e gli altri? Non pervenuti. Poi De Boer ha tentato la carta della disperazione: dentro tutti gli attaccanti che aveva in panchina.  Nessun gioco di squadra ma ognuno all’avventura; solo le prodezze di un campione potevano salvare l’olandese, le ha compiute Icardi. 1-2 e il resto sono babbarie. Comunque il Pescara e’una squadra, l’Inter un gruppo di individualità, 20 % buoni, il resto dei mediocri inseguitori di palla. De Boer, al momento, dà l’impressione del pesce fuor d’acqua. Piu’che a Wilkes, il Tulipano volante degli scudetti interisti degli anni 50, può paragonarsi all’olandese che si utilizzava per impreziosire il caffè…