Pesante vittoria del Napoli a San Siro. Sei minuti e partita già in tasca: il Milan ha tentato la rimonta sperando di fare ai partenopei il giochetto riuscito con Sassuolo e Torino. Ma stavolta non è riuscito, troppa differenza fra le due squadre. Per i rossoneri, ai fini della corsa per l’Europa, sarebbe stato meglio perdere con il Toro, risparmiandosi un poco, e pareggiare col Napoli; se però li chiamano casciavit qualche motivo ci sarà! Gli azzurri giocano calcio a memoria, paiono una squadra di Mourinho: si passano la sfera ognuno sapendo dove trovare il compagno; i milanisti, viceversa, sanno difendersi bene ma attaccano con molta improvvisazione. Poi Donnarumma era in giornata pollastresca, le reti subite sono con altissima percentuale a lui imputabili;
Bello l’incontro fra Trump e signora con i coniugi Obama: il neo Presidente, in perfetto stile berluscon/signorile, si è presentato con un presente da consegnare, a mezzo moglie, alla signora Obama, come si usa quando si viene invitati a casa da altri. Certo nell’occasione è arrivato con un prodotto di Tiffany, non la bottiglia di vino o la salama mantovana; c’è stato un momento di incertezza alla consegna, la Obama pareva indecisa sul da farsi. Forse pensava: questi dopo aver tirato il pacco a Hillary, ora lo fanno a noi? Barack, uomo di esperienza, ha risolto il problema: il pacco se lo è preso lui.
Le gobbentruppen, come previsto, il pacco lo hanno confezionato alla Lazio: mezz’ora di pressione e aquilotti schiacciati. I bianconeri non bisogna mai incontrarli se hanno perso l’incontro precedente, entrano in campo incavolati e invasati, si buttano avanti e non c’è santo che tenga. I biancazzurri romani paiono forti con i deboli e deboli con i forti: se vengono attaccati vanno in crisi. Hanno perso con tutte le grandi. I centrocampisti di queste sanno imbrigliare Biglia, fonte del gioco laziale, cosa impossibile per le piccole. Poi Marchetti ha dato una mano lasciandosi subito infilare, inopinatamente, da Dybala e permettendo alla Juve di giocare in surplace.
Non per far sfoggio di letture classiche, ma mi viene da paragonare l’Inter all’anima platoniana. Essa è come un carro: Pioli auriga mira a dare razionalità, il cavallo di attacco è spesso sublime ma la parte difensiva è spesso il cavallo delle debolezze umane. Si sbagliano goal per mancanza di cattiveria, si perdono scontri difensivi per supponenza. Quando gioca Banega, a Palermo avulso dal gioco di squadra, rimpiangi Joo Mario e viceversa; però quest’ultimo si integra meglio con Icardi e Candreva. Infatti, poco dopo il suo ingresso, sull’ennesimo cross dell’ex laziale, il portoghese ha piazzato la zampata del vantaggio. Niente di speciale però utilissimo, non conta come, ma se segni. Il resto è stata noia: lL’Inter ha controllato con facilità l’incontro continuando così la striscia positiva che sta portando i bauscia verso l’Europa.
Alle coppe continentali si sta avvicinando anche la Viola che ha distrutto un Chievo che pare in dissolvimento. Buono il giro palla della Maggica che però ha dovuto molto soffrire per battere il Cagliari; è questa una squadra molto brava a stringersi in difesa attorno a Bruno Alves e, fino a quando regge fisicamente, fargli goal non è certo agevole. Però la Roma ha capito che il campionato non è chiuso ed è questa idea che la tiene viva dall’inizio alla fine degli incontri.
Si andrà avanti così fino allo scontro diretto con i gobbi, che non è detto la Roma debba perdere; il centrocampo dei giallorossi è più forte di quello bianconero, Dzeko mostra segni di ripresa, perché allora non sperare? Chi si sarebbe aspettato il passaggio di Alfano dagli Interni agli Esteri? Le sorprese sono dietro l’angolo. Non succederà, ma se succedesse non sarebbe immeritato, forza lupi! Se invece dovesse vincere la Juve non sarebbe, si sa, una novità e tutti se ne dovranno fare una ragione.